
Dagli artigiani lo stop alla riforma
PAGINA A CURA DI
Fabrizio Favre
AOSTA
L’edizione 2009 della Fiera di Sant’Orso non vedrà applicate le nuove regole sull’artigianato tipico volute dall’ex assessore Leonardo La Torre, ma si rifarà alle indicazioni già in vigore per l’edizione 2008 (oltre mille espositori e un giro di affari di circa due milioni). La Giunta regionale, su proposta dell’assessore alle Attività produttive, Ennio Pastoret ha infatti approvato nei giorni scorsi la sospensione della deliberazione n. 2.807/2007 sull’elenco aggiornato delle lavorazioni e degli oggetti artigianali ammissibili, un atto che metteva in discussione le specifiche tecniche in base alle quali può considerarsi "tipico valdostano" un mobile, per esempio, o un giocattolo, un pezzo intagliato.
Dietro alla decisione della Giunta c’è il desiderio di «prevedere, in considerazione dell’importanza delle scelte da assumere – si legge sulla delibera – ulteriori opportune attività di ricerca e di confronto tra i soggetti coinvolti al fine di pervenire all’elaborazione di una proposta il più possibile coordinata e condivisa, utile a definire complessivamente le caratteristiche del prodotto artigianale della Valle d’Aosta da tutelare e da promuovere attraverso azioni che valorizzino sia i canoni della tradizione che le caratteristiche della qualità artistica».
Morale, la nuova Giunta ha accolto le numerose perplessità sollevate dagli artigiani, che si erano riuniti in un Comitato spontaneo Fiera di Sant’Orso per far meglio conoscere i motivi della protesta. Del resto Pastoret già al momento del suo insediamento era stato molto chiaro evidenziando la necessità di un’applicazione di buon senso del provvedimento. «Non c’è niente di immutabile a questo mondo – aveva dichiarato –. L’artigianato tradizionale va difeso senza penalizzarlo troppo. Tuttavia dobbiamo vigilare sul fatto che non appena perdiamo il contenuto del brand scatta il pericolo che Taiwan decida di produrre oggetti di artigianato tradizionale». «In questo modo – osserva ora l’assessore – il non avere previsto delle regole, per quanto condivise e con dei limiti precisi, ci metterebbe in una condizione di cui pagherebbero le conseguenze gli stessi artigiani».
C’è soddisfazione nel mondo artigiano. Dario Coquillard, tra gli esponenti del Comitato spontaneo, evidenzia che nessuno degli artigiani che si è detto contrario alle regole voglia snaturare la tradizione: «Siamo perfettamente consci di doverci tutelare. Tuttavia riteniamo anche fondamentale che si apra un dialogo vero fra Amministrazione regionale e mondo artigiano. Una situazione che, purtroppo, non si è mai verificata con la passata gestione. Molti provvedimenti sono stati decisi con davvero poco confronto con il mondo artigiano». «Al proposito – aggiunge –, vediamo anche con favore il coinvolgimento dell’Ivat, in grado di offrire la propria competenza rispetto ai principi di salvaguardia della tradizione e di sviluppo delle capacità imprenditoriali dell’intero settore». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Ermanno Bonomi, un altro dei componenti del Comitato: «La sospensione della delibera ridà speranza al nostro settore che sta fronteggiando una forte recessione economica. La possibilità di coinvolgere il comparto in scelte che ridisegneranno l’artigianato per i prossimi anni a venire riporta fiducia all’articolato mondo artigiano anche se la preoccupazione per la fase delicata rimane».