Rassegna stampa

Sì ai gestori privati per le fiere e le terme

Andrea Gennai

FIRENZE

Separazione netta tra proprietà e gestione per le terme e per le fiere con scelta successiva di un partner privato (ma potrà essere anche pubblico) cui affidare in convenzione le società.

Questo l’orientamento della Giunta regionale toscana in tema di partecipate: un documento importante che risponde alle prescrizioni della Finanziaria 2007 e che ora passa al vaglio del Consiglio.

«Dovevamo scegliere le partecipazioni strategiche e non – spiega Giuseppe Bertolucci, assessore regionale al Bilancio con delega alle partecipate – e abbiamo suddiviso le società in due categorie. Credito e trasporti sono considerati strategici per realizzare le nostre politiche di sviluppo mentre ovviamente il wellness non può essere considerato tale». Sarà poi il Consiglio a votare eventuali cessioni. «La nostra – continua l’assessore – è una proposta aperta al confronto».

In primo luogo la Giunta ha confermato la strategicità per le società operanti nel credito (a partire da Fidi Toscana dove detiene il 39,4%) «in ragione – sottolinea il documento – della rilevanza delle politiche regionali di intervento per il sostegno all’accesso al credito». Centrale anche Sviluppo Italia Toscana, acquisita recentemente al 100%: la società diventerà un’agenzia in house per la gestione di contributi, incentivi e agevolazioni, previsti dai diversi piani di intervento per le imprese regionali.

Per le società operanti nel settore fieristico (Firenze Fiera con una quota pari al 31,85% del capitale, Internazionale Marmi e Macchine Carrara con il 34,98%, Centro Affari e Convegni di Arezzo con il 29,08) «dovrà essere avviata la progressiva dismissione della diretta partecipazione nelle società di gestione delle stesse, una volta realizzata la scissione fra società immobiliare e di gestione». Sui tempi sarà il Consiglio regionale a decidere, ma per il sistema fieristico toscano sta per aprirsi una nuova stagione nell’ottica anche di un’integrazione tra poli mai pienamente decollata.

Per le società operanti nel settore termale (Casciana con il 67,56%, Montecatini con il 49,9% e Chianciano con il 59,73%) si procederà con lo stesso sistema: separare, dove non già non sia stato fatto, la parte infrastrutturale da quella gestionale con l’obiettivo di coinvolgere partner privati o pubblici in quest’ultima.

Sulle terme la Regione si spinge anche oltre e prevede la possibilità di coinvolgere i privati anche nella proprietà immobiliare.

Per quanto riguarda il settore dei trasporti e della logistica, la Regione ha deciso di conservare le proprie partecipazioni. Il mantenimento della partecipazione (si tratta dei due Interporti di Prato e Livorno e degli aeroporti di Pisa, dell’Elba e della Maremma) in quanto strumenti «per realizzare quelle politiche regionali tese allo sviluppo della piattaforma logistica costiera e al sistema aeroportuale toscano, così come previsto nel Prs 2006-2010».

Le linee guida della Regione sono accompagnate da uno studio sugli assetti e sui bilanci delle partecipate regionali (26 in tutto). Nell’esercizio 2006, l’ultimo a disposizione, emerge che la quota di pertinenza della Regione ha registrato complessivamente una perdita di 589mila euro. Oltre alle prescrizioni della Finanziaria, c’è indubbiamente anche un’esigenza di disfarsi delle partecipazioni meno convenienti.



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