
Il lettore premia i megastore
Stefano Salis
TORINO. Dal nostro inviato
Il Governo scende in campo per la Fiera del libro di Torino e, nel giorno della prevista manifestazione anti-Israele (sono annunciati circa 5mila partecipanti al corteo che percorrerà il centro della città), fa quadrato intorno al Lingotto, testimoniando l’eccezionale attenzione istituzionale per la manifestazione. E se il premier Silvio Berlusconi dice che «non abbiamo nessuna preoccupazione» nei confronti di «frange assurde, irrilevanti, che fanno trambusto ma rappresentano lo 0,00% del popolo italiano», il presidente del Senato, Renato Schifani e il neo ministro dei Beni culturali Sandro Bondi saranno oggi direttamente in Fiera. Visiteranno lo stand israeliano e quelli degli editori.
Per Bondi, magari, sarà anche l’occasione per iniziare a fare il punto con gli operatori sul Centro per il libro e per la lettura. Il Centro è ancora in attesa del via libera della Corte dei conti (per sostenerlo sono stati stanziati in Finanziaria 3 milioni di euro), anche per via di un’originale commistione, nel Cda, di pubblico e privato. «Faremo le nostre proposte al ministro – dice il presidente dell’Aie (l’associazione italiana editori) Federico Motta – con la speranza che venga chiamato a dirigere il Centro non solo un uomo di cultura, ma qualcuno di provata esperienza imprenditoriale, qualcuno che conosca insomma da vicino l’industria del libro».
Di conoscerla bene c’è particolarmente bisogno in un momento in cui i consumi culturali – non solo quelli del libro – si stanno modificando rapidamente. Lo ha dimostrato un convegno organizzato dall’Aie nel quale si sono discussi i dati di una ricerca presentata da Nielsen. Secondo la ricerca, il mercato che gli operatori definiscono trade – un insieme di canali e formule di vendita verso i quali si indirizzano i comportamenti d’acquisto (con esclusione dello scolastico) – vale 1,37 miliardi di euro. Di questa cifra il 44% è realizzato dalle librerie indipendenti, il 32% dalle catene, il 21% dalla grande distribuzione, il 3% da Internet. Colpisce, nella ricerca, la rapida crescita degli acquisti fatti nelle grandi superfici, che consentono al cliente di comprare non più soltanto i libri, ma anche dvd, cd e video. E questo fenomeno è più visibile soprattutto nei cosiddetti "lettori forti". Un altro aspetto del quale tenere conto è che le decisioni d’acquisto per il 25% circa si collegano a motivazioni di tipo mass-market (promozione, pubblicità, esposizione): il che farebbe supporre che anche il libro sarebbe soggetto alle medesime regole di marketing di altri beni di largo consumo. Un fenomeno sul quale andare cauti.
Ma anche un fenomeno contestato apertamente da Rodrigo Dias, presidente uscente dell’Associazione dei librai italiani. In un altro convegno sulla lettura Dias ha ribadito che «la Gdo si permette di fare queste crescite solo in virtù dei maggiori sconti che può fare». I librai italiani hanno ancora una volta chiesto di «regolamentare, con un’appostita legge, il prezzo dei libri e le possibilità di sconto» per non essere penalizzati da una concorrenza di fatto insostenibile.
stefano.salis@ilsole24ore.com