Rassegna stampa

«Importante presenza di Napolitano a Torino»

Carlo Marroni

ROMA

Israele è «il popolo della memoria, una memoria del tutto particolare che non accusa e non cerca vendetta, che viene anzi proposta al prossimo come tradizione comune di tutta l’umanità». Così esordisce il presidente del Consiglio «in pectore», Silvio Berlusconi, nel messaggio per i 60 anni dello Stato di Israele pubblicato dal quotidiano «Yediot Ahronot». L’identità «difesa strenuamente da Israele può essere la premessa per la ricerca di una identità positiva e costruttiva dei popoli che gli sono vicini» ha aggiunto Berlusconi. «Lo stato di Israele compie sessant’anni: è quindi un Paese giovane. Ma difficilmente si potrà trovare uno Stato che abbia pari consapevolezza della profondità delle proprie radici che si sono nutrite di indimenticabile sofferenza».

Ieri sono state avviate a Roma le celebrazioni per il sessantenario in Italia al Complesso del Vittoriano – con il sindaco, Gianni Alemanno, il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, il presidente di «Israele 60», Giancarlo Elia Valori – e culmineranno domani sera con uno spettacolo al Teatro dell’Opera della New Israeli Opera di Tel Aviv, presente il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. L’ambasciatore israeliano a Roma, Gideon Meir, dopo le polemiche che hanno coinvolto il Capo dello Stato italiano è tornato sulle contestazioni alla Fiera del libro (che quest’anno ha previsto per Israele il ruolo di ospite d’onore): la presenza del capo dello Stato all’inaugurazione, ha detto Meir, è «una posizione morale molto importante». «Gli estremisti di destra o di sinistra che vengono a Torino per boicottare, vogliono solo delegittimare lo stato d’Israele», ha aggiunto il diplomatico. Che ha parlato anche delle relazioni tra Italia e Israele: «Sono già state molto buone durante il governo Prodi e sono sicuro che continueranno a esserlo e saranno rafforzate» sotto il governo Berlusconi. «Non sono sicuro che se l’Italia non avesse dispiegato le proprie truppe nell’ambito dell’Unifil in Libano, la missione avrebbe avuto la stessa forza internazionale» ha aggiunto Meir, che sembra voler così chiudere le polemiche innescate da un articolo del quotidiano israeliano «Haaretz», in cui si accusavano la forza di interposizione dei caschi blu dell’Onu e il suo comandante, il generale italiano Claudio Graziano, di nascondere "deliberatamente" informazioni sull’attività di Hezbollah.

Sempre ieri c’è stata una telefonata tra il ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, alla sua collega israeliana Tzipi Livni, in cui ha ribadito che «l’amicizia con Israele è per l’Italia una scelta strategica, consolidata e duratura». Per il ministro degli Esteri «in pectore», Franco Frattini, «è legittimo criticare azioni e decisioni dello Stato di Israele. Ma è illegittimo e illecito bruciare bandiere nelle piazze, inneggiare all’intolleranza, promuovere boicottaggi».

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