
Fiera Milano accelera grazie all’Expo 2015
Marigia Mangano
MILANO
Il punto di partenza sono i conti del trimestre, «molto buoni» li definisce l’amministratore delegato di Fiera Milano spa, Claudio Artusi. Ma la vera "differenza", rispetto a un anno fa, non la fanno i numeri. Piuttosto l’assegnazione alla città di Milano dell’Expo 2015. Perché – ammette Artusi – questa manifestazione mondiale comporterà investimenti sul sistema lombardo in grado di accelerare in modo sensibile il rilancio dell’ente fieristico, «permettendo così di centrare in anticipo rispetto alla tabella di marcia diversi obiettivi». Sullo sfondo, ci sono poi i progetti e i piani di sviluppo, partendo dall’espansione a colpi di jv sullo stile dell’accordo con la Fiera di Hannover. In proposito Artusi annuncia che a brevissimo, il progetto con Deutsche Messe, per ora operativo solo in Cina, dovrebbe partire in India.
Raddoppia il Mol
Il 2008 parte con risultati in crescita per Fiera Milano. Ieri si è riunito il consiglio di amministrazione della società che ha alzato il velo sui conti a fine marzo. Nel periodo in esame la società ha registrato un fatturato pari a 109,7 milioni, in crescita del 6,3% rispetto allo stesso trimestre 2007, e un margine operativo lordo quasi raddoppiato a 32,6 milioni dai 17,8 precedenti. Il risultato prima delle imposte ammonta a 29,1 milioni (13,5 milioni). A spingere la redditività di Fiera Milano hanno contribuito due fattori: «Ci siamo mossi secondo due direttrici», ha spiegato Artusi, «da un parte il miglioramento è dovuto a una serie di azioni messe in atto per contenere i costi operativi di funzionamento del gruppo. Operazioni che però non sono andate a intaccare gli indicatori di qualità». In secondo luogo ha contribuito «lo sviluppo vero e proprio», non solo in termini di quantità ma anche di qualità: «Stiamo fornendo più valore aggiunto e in questo modo aggiungiamo margini a quelli che tradizionalmente avevamo». Uno sviluppo, quest’ultimo, che Fiera Milano sta portando avanti per linee interne («grossi investimenti sul capitale umano») e per linee esterne.
Il debutto indiano
Insieme al miglioramento del quadro gestionale, ci sono poi gli avanzamenti nell’attuazione del piano industriale, avvenuti sia nel corso del trimestre in esame sia subito dopo. «Fiera Milano è presente oggi in Cina con una importante realtá fieristica che organizza affermate manifestazioni professionali (11 quest’anno) su un mercato come quello cinese particolarmente promettente». Non solo. La joint venture siglata con Deutsche Messe Ag, proprietaria del quartiere fieristico di Hannover, «va a gonfie vele e sta funzionando secondo le nostre aspettative. Basta pensare che oggi abbiamo qualcosa come 70 colleghi cinesi». Da qui la volontà del gruppo di accelerare su nuove iniziative: «La jv sul mercato indiano partirà in tempi strettissimi, forse già prima di agosto». Ma è solo uno dei passi in cantiere. Come da piano industriale, Fiera Milano ha ipotizzato 50 milioni di euro di investimenti nel 2008: «Sono fiducioso e penso che individueremo delle ottime opportunità che ci permettano di allargare il perimetro sul mercato internazionale e in termini di operatore multimediale». Nessun colonialismo, però: «Meglio sposarsi con soggetti complementari».
L’Expo e l’espansione
Nell’immediato futuro, la vera svolta, il vero valore aggiunto per Fiera Milano porta il nome di Expo 2015. Un evento che per l’ente «significa un potenziamento e un acceleratore di tutte le azioni che erano già previste nel percorso strategico», spiega Artusi. Vantaggi economici, certo, ma soprattutto accelerazione nel raggiungimento di «quella internazionalizzazione e visibilità» tanto ricercata. Una grande opportunità che avrà i primi riflessi nel piano industriale 2008-2012 (ma che guarderà al 2015): «sarà sempre realistico, ma molto più "sfidante" e "visionario"», annuncia Artusi.