
La bellezza sia con noi
Chissà se ci salverà la bellezza, come si chiede – in via ufficiale – questa XXI edizione della Fiera del libro di Torino, in programma al Lingotto da giovedì 8 a lunedì 12 maggio. Di certo ci potrebbe salvare l’intelligenza. Purtroppo un prologo fatto di dichiarazioni di sabotaggio causa invito come ospite d’onore alla cultura israeliana, roghi di bandiere, partecipazioni rinviate, ci dice che il buon senso, a volte, anche quando si tratta di cultura, può scarseggiare. E pazienza se Ernesto Ferrero, direttore editoriale della Fiera, abbia dovuto di questi tempi più che illustrare il (nutritissimo) programma, barcamenarsi tra il ruolo di mediatore, di pompiere e di parafulmine. Per fortuna – segno di grande attenzione – taglierà il nastro (evento mai registrato) il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Sarà lui a dare il buon esempio: i libri sono di tutti e per tutti e tutti apparteniamo ai libri.
Il tema della bellezza sarà declinato in molti modi: pensiamo alle conferenze di Remo Bodei, Sergio Givone, Giuseppe Scaraffia, Franco La Cecla, Danilo Mainardi o di Alberto Manguel, del quale anticipiamo qui un bellissimo brano sulla lettura. Il Lingotto – 75 editori in più rispetto al 2007 – sarà il luogo di incontro di scrittori e saggisti, celebrati e meno noti. Inutile fare un elenco: come sempre raccomandiamo ai visitatori di "ritagliarsi" la propria Fiera, scegliendo per argomenti, attitudine, età, simpatia, gli incontri che meglio li descrivono (il programma è disponibile su www.fieralibro.it).
Autori in quantità: da maestri come Boris Pahor, Yves Bonnefoy, Javier Marías, Gore Vidal a scrittori conosciuti da un pubblico di "devoti", come il finlandese Aarto Paasilinna, o Paco Ignacio Taibo II, Philippe Forest e Joe Lansdale; dagli autori di bestseller mondiali come Clive Cussler o Ildefonso Falcones ai saggisti come Enzo Bianchi, Alfonso Berardinelli e Luce Irigaray fino alle firme italiane più amate: alla rinfusa citiamo Dacia Maraini, Carlo Lucarelli, Valerio Massimo Manfredi, Raffaele La Capria, Enrico Brizzi, Andrea De Carlo, Giorgio Faletti, Elisabetta Rasy. Ancora: i giornalisti che animeranno i dibattiti – tra precariato, ’68 e anni di piombo – come Scalfari, Stella, Bellu, Calabresi, Stajano, Gatti fino ad Andrea Casalegno, Ferruccio de Bortoli e Giovanni Fasanella che parleranno del libro di Casalegno anticipato nelle pagine successive. Ci saranno i momenti di spettacolo – da Ascanio Celestini alla Arab Music Orchestra di Nazareth, con incursioni letterarie di musicisti come Giovanni Allevi ed Elisa – e quelli dedicati alle etnie del mondo, con il progetto «Lingua Madre», ormai solido.
Su tutti, ovviamente, ci saranno gli ospiti d’onore: gli scrittori e gli storici israeliani. In questo numero (dalla copertina fino a queste pagine) abbiamo dato loro voce e attenzione. Siamo convinti che ascoltare, sforzarsi di capire e persino dubitare o dissentire sia il primo passo per dialogare. Questo è un lusso che vorremmo poterci permettere sempre. Sta prorio qui la bellezza, reale, di una manifestazione come la Fiera.
S.Sa.