
Dall’Acea alla Fiera sui poteri forti rischio «ribaltone»
di Franco Locatelli Non sono soltanto un ribaltone politico la clamorosa elezione di Gianni Alemanno a sindaco di Roma e la storica conquista del Campidoglio ad opera del Pdl. Insieme alla scossa politica si profilano un terremoto economico e un cambio della classe dirigente romana di cui il voto nel ballottaggio tra Alemanno e Francesco Rutelli è al tempo stesso l’anticipazione e il frutto. Che gli ultimi sindaci di Roma avessero costruito le performance del cosiddetto modello Roma e cioè una crescita del Pil della capitale costantemente al di sopra della media nazionale sul gioco di squadra e su eccellenti rapporti di collaborazione con i poteri forti della città, con le imprese, con le banche, con i costruttori, con la Camera di commercio e con l’intera realtà economica, industriale e finanziaria è un dato di fatto. Ma è pure un dato di fatto che il sistema di rapporti che il centro-sinistra aveva realizzato in lunghi anni di gestione capitolina mostrava segni evidenti di crisi nell’ultima fase della gestione veltroniana.
C’è chi dice che sia stato il piano regolatore del sindaco uscente a guastare i rapporti con una parte del mondo che ruota intorno ai costruttori e agli immobiliaristi ma c’è chi dice che anche la fusione tra Unicredit e Capitalia abbia avuto la sua parte. Certo è che sia Francesco Gaetano Caltagirone che Cesare Geronzi, pur mantenendo rapporti di stima verso Rutelli, non avevano nascosto la loro speranza di una «grande discontinuità» verso il sistema politico che aveva guidato Roma negli ultimi tempi. E che insieme a loro anche altri gruppi di spicco della capitale – in primo luogo gli Angelucci, il cui fondatore diventerà oggi deputato in quota An per il gioco delle opzioni – guardino con attenzione o con simpatia al nuovo corso della politica romana non è una sorpresa. E le banche? In realtà le maggiori banche che operano a Roma – da Unicredit a Bnl Paribas e da Intesa Sanpaolo al Monte dei Paschi – non sono più da tempo banche locali e ispireranno quindi il loro rapporto con il sindaco e con la nuova amministrazione al massimo di pragmatismo, sperando di restare i tesorieri del Comune.
Ma, al di là dei poteri forti e degli orientamenti dei vertici dei grandi gruppi pubblici nazionali che hanno il quartier generale a Roma – come Finmeccanica, Enel, Eni, Terna, Ferrovie dello Stato, Poste e Rai – ma che rispondono all’azionista Tesoro, è soprattutto nel cosiddetto socialismo municipale capitolino che si attendono rivoluzioni. Tra controllate e partecipate, il Comune di Roma, che in passato pensava di creare in proposito una vera e propria holding, manovra una galassia di un’ottantina di società locali che si muovono su uno spettro di attività molto ampio. Si va dall’Acea, che è una delle maggiori local utilities italiane operanti nell’energia e nei servizi idrici e che è quotata in Borsa, alle società di trasporto pubblico locale, di outsourcing strumentale e di infrastrutture per non dire della Fiera di Roma (dove il Comune ha una importante quota di minoranza), dell’Auditorium e delle società di cinema e di spettacolo.
In piena campagna elettorale circolava una battuta che non corrisponde al vero ma che fotografa uno stato d’animo: «Se vince Alemanno e se cambia la musica nelle municipalizzate e nell’indotto ci saranno migliaia di persone che andranno a casa o che cambieranno lavoro». Alemanno ha ovviamente detto che vuol essere il sindaco di tutti i romani ma è facile immaginare che dai prossimi giorni comincerà il totonomime sul nuovo potere municipale di Roma e che la città attende di conoscere la nuova nomenclatura che guiderà la galassia delle società comunali. Insieme al terremoto ai piani alti del potere economico della capitale è invece assai probabile che il cambio della guardia in Campidoglio segni l’addio alle liberalizzazioni dei servizi pubblici e in particolare a quella dei taxi, con grande esultanza dei tassisti che hanno sempre trovato in Alemanno il loro alfiere politico e che adesso si preparano a riscuotere la cambiale. Con quanta gioia dei cittadini si vedrà.
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