
È un Vinitaly da record
Passione per il vino e concretezza per quanto riguarda gli affari: è il blend del Salone internazionale del vino e dei distillati, la più grande rassegna del mondo dedicata al settore. Vinitaly 2008 presenta una nuova annata, la 42ª della sua "vendemmia". Dal 3 al 7 aprile 2008 infatti ritorna il più grande evento fieristico mondiale dedicato al vino, che dopo aver confermato nel corso del 2007 la sua leadership internazionale è pronto ad aprire le porte a 150mila operatori professionali, dei quali il 25% in arrivo da oltre 100 Paesi. Gli espositori sono circa 4.300, provenienti da una trentina di Stati, su una superficie complessiva di 87mila metri quadrati netti. Oltre alle presenze – ormai consolidate – di Australia, Stati Uniti, Spagna, Francia, Portogallo, Sud Africa, tra i nuovi espositori esteri si registra quest’anno la partecipazione di Israele e della Polonia.
«Veronafiere ha nel portafoglio diretto delle proprie rassegne agro alimentari oltre Vinitaly anche Sol, Agrifood e ha recentemente acquisito anche il Salone del vino novello in modo da completare la filiera – evidenzia il presidente di Veronafiere, Luigi Castelletti –. Ci muoviamo da un lato con eventi all’estero che siano efficaci, sostenibili economicamente dalle aziende che ci seguono e in grado di creare nel tempo visibilità continuativa sui mercati di riferimento. Dall’altro, ponendo grande attenzione al marketing verso i buyer e gli opinion leader da portare alle rassegne che organizziamo in Italia: le nostre fiere internazionali hanno una percentuale di presenze dal l’estero che raggiunge il 25% contro il 10 della media nazionale».
«La leadership mondiale di Vinitaly – afferma Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – non è casuale, ma frutto del lavoro fatto in oltre quarant’anni al fianco delle aziende vitivinicole. In questo tempo abbiamo offerto servizi sempre più innovativi di promozione e business per dare l’opportunità anche alle aziende medio-piccole di entrare in contatto in modo efficace con buyer, ristoratori, enotecari, wine bar, chef, opinion leader, giornalisti di tutto il mondo; ma abbiamo fatto anche formazione, dando gli strumenti per capire le tendenze dei mercati internazionali. L’azione è rafforzata dalle attività realizzate attraverso Vinitaly World Tour, che dall’unica tappa in Cina del 1998 ora presenta un calendario sempre più impegnativo sui mercati più promettenti e su quelli maggiormente competitivi».
Dal 2008 al 2010 Veronafiere è il soggetto attuatore del finanziamento Ue di 4 milioni di euro per la promozione dei vini di qualità europei in Cina, India e Russia, che vede protagonista l’Unione italiana vini. Per soddisfare invece le necessità di tutta la filiera del vino e di quella dell’olio, dal produttore all’imbottigliatore, al l’enoteca, ma anche del consumatore finale, nei medesimi giorni è in calendario Enolitech, Salone internazionale delle tecniche per la viticoltura, l’enologia e delle tecnologie olivicole e olearie, giunto alla undicesima edizione. Qui è possibile trovare il meglio del l’innovazione, non solo per produrre, ma anche per servire, gustare e conservare i due prodotti principe dell’agroalimentare italiano.
Tuttavia, come riferiamo in altra parte del giornale, rispetto alla produzione 2007 – secondo le stime Oiv (Organisation internationale de la vigne et du vin), i Paesi più penalizzati rispetto al 2006 sono stati l’Italia, che dovrebbe aver visto ridotta la propria produzione del 12% scendendo a 43,5 milioni di hl (al di sotto dei livelli già molto bassi delle vendemmie 2002 e 2003), e la Francia, che dovrebbe aver subito una contrazione dell’11%, per un totale prodotto di 46,2 milioni di hl. Si tratta rispettivamente di un taglio di oltre 5,5 milioni di hl, ai quali si aggiungono i 3,5 milioni di hl persi dall’Australia, 1,5 milioni della Spagna (-5%), altri 1,5 milioni del Portogallo (-22%) e mezzo milione di hl della Grecia (-13%). In pratica, dopo il picco del 2004, nel giro di tre vendemmie la produzione mondiale è tornata ai più bassi livelli dell’ultimo decennio, toccati in precedenza già nel 1997 e nel 2002.
Quanto all’export dell’Italia, nel 2007 ha quasi raggiunto i 3,5 miliardi di euro, con un incremento del 7,8% rispetto al 2006. Il progresso in termini monetari è stato di molto superiore a quello dei volumi, che è stato pari all’1,34%, per un ammontare complessivo di 19 milioni di hl.
Ciò significa che è sensibilmente aumentata la qualità del prodotto esportato, il quale ha raggiunto un prezzo medio superiore a 1,8 euro/litro, in crescita del 6,4% rispetto al 2006.
Primo Paese importatore dell’Italia è la Germania, con 6,25 milioni di hl, in calo del 4,7% rispetto al 2007 in termini quantitativi, ma in aumento dell’1,5% in valore (circa 734 milioni di euro). Seguono gli Stati Uniti, con oltre 2,5 milioni di ettolitri (+8% sul 2006) per un valore record di quasi 830 milioni di euro (+2,6%).
Risulta poi in aumento l’export anche verso i Paesi emergenti, con +19% in quantità e +43% in valore per la Russia (283 mila hl per oltre 57,5 milioni di euro); +55% in valore in Cina e +35,5% a Hong Kong (quasi 15 e oltre 6,6 milioni di euro rispettivamente); +1,2% in Giappone (100,6 milioni di euro); + 13% in India (1,6 milioni di euro). Ottima anche la performance dei vini frizzanti, che hanno superato 1,2 milioni di hl (+11%) e quasi raggiunto il valore di 387 milioni di euro (+25%).
150mila
Gli operatori professionali
4.300
Gli espositori
25%
La percentuale di presenze
87mila
La superficie