
«La fiera di Pesaro utile alla crescita delle mini-aziende»
Ilaria Vesentini
PESARO
«Il Salone del mobile di Pesaro non deve chiudere. È l’unica vetrina rimasta per le piccole e medie imprese che hanno voglia di far conoscere al mondo i loro prodotti di qualità. Ma il Samp deve cambiare focus e impostazione, da fiera dei cucinieri a voce delle piccole realtà». Andrea Franca ha gli stessi anni del mobilificio di famiglia, la ditta Casoli di Tavullia (Pu), specializzata dal 1974 nella produzione di mobili classici in massello di alta qualità fatti artigianalmente. E si fa portavoce di un’istanza condivisa dagli artigiani del distretto, disorientati dalle voci di chiusura della manifestazione locale, disertata dai nomi che hanno fatto grande nel mondo il mobile pesarese e che da oggi al 21 aprile si ritrovano invece tutti a Milano per l’inaugurazione del Salone internazionale, in particolare di Eurocucine.
«La fiera del Cosmit è una frontiera inaccessibile per le microrealtà – precisa Franca – anche se è davvero la più importante finestra del settore sui mercati globali. Pesaro resta però l’ultimo baluardo commerciale per salvare la produttività dei piccoli produttori, vero scheletro di questa economia, che necessitano di maggiore visibilità».
Nelle ultime settimane è stato un’alternarsi di proposte sul destino del Samp, anche alla luce della prossima apertura della manifestazione concorrente a Rimini, il prossimo 29 maggio: da quella del big Scavolini di radere al suolo il quartiere Campanara per lasciare spazio a investimenti edilizi a quella della Camera di commercio di fare della fiera locale una sorta di "matching", di punto di incontro commerciale delle aziende pesaresi con il mercato russo, pensando peraltro a convertire parte della superficie espositiva in area per sport e convegnistica.
«Noi piccoli produttori non siamo in grado di affrontare Milano, figuriamoci i mercati internazionali. Abbiamo però bisogno di crescere all’estero per dare linfa alla nostra attività, indebolita dalla scarsa domanda interna. Ma facciamo fatica a farci conoscere, pur avendo prodotti di grande qualità e design molto apprezzati oltreconfine», aggiunge il titolare di Casoli Mobili, una decina di dipendenti che da trent’anni fanno a mano mobili di alta gamma conto terzi, ma che da un paio d’anni sta cercando di crearsi uno sbocco diretto sul mercato finale, non senza difficoltà per la scarsità di risorse. «Vorrei che il mobile che esce dalla mia fantasia creativa potesse essere pubblicizzato a livello globale e il Samp potrebbe essere di grande aiuto in questo senso se si specializzasse sui prodotti made in Italy di alta qualità delle Pmi, non solo marchigiane. E potrebbe anche diventare – conclude Franca – un punto di partenza di un percorso aggregativo tra le piccole realtà, che oggi fanno fatica a trovare gli interlocutori giusti per capire con chi e come allearsi nel settore».
ilaria.vesentini@ilsole24ore.com