Rassegna stampa

Le cartiere si alleano per ampliare i mercati

Claudio Curti

ANCONA

Un anno positivo, il 2007, per il settore cartario marchigiano. Anche se non mancano le ombre rappresentate dalla situazione Alhstrom e dall’eccessivo "nanismo" di molte aziende. Obiettivo dichiarato il raggiungimento del tanto agognato status di distretto cartario delle Marche. I numeri, effettivamente, per avanzare tale richiesta ci sono. Le industrie, di media e grande dimensione, operanti nel settore cartario e cartotecnico nelle Marche, secondo i dati Istat, sono 230, pari al 5,3% del totale nazionale con 2.879 addetti; mentre 575 sono le aziende dell’industria grafica, pari al 2,9% del totale nazionale, con 3.421 addetti. A questi dati sono da aggiungersi una miriade di micro-aziende che portano il numero totale delle aziende del settore a 1.043, circa 9mila addetti diretti e 6.610 nell’indotto.

Dal 2005 è stata costituita all’interno di Confindustria Marche, la "Consulta regionale delle aziende cartarie, grafiche e cartotecniche" che conta 105 aziende aderenti, per un fatturato complessivo di circa 890 milioni di euro. Nelle Marche si può parlare, quindi, della presenza di un distretto industriale e/o di una filiera fatta di specializzazioni nell’ambito del settore, diffuso in tutto il territorio, ma con una concentrazione importante, per la presenza di aziende significative, che parte dal Fabrianese, che può considerarsi il capoluogo del distretto con le Cartiere Miliani, e a forma di ferro di cavallo continua nell’area di Camerino, Pioraco, Castelraimondo per scendere a Tolentino, Macerata, Recanati. Ma raggruppamenti significativi delle produzioni si registrano nei territori a confine tra Ancona sud e Macerata, nell’Ascolano e nel Fermano.

«Basandoci proprio su questi dati – sottolinea il presidente della Consulta regionale, Daniele Maria Angelini – abbiamo avanzato formale richiesta all’assessore regionale all’Industria, Gianni Giaccaglia, per il riconoscimento del settore e della filiera nell’ambito di un distretto produttivo da individuarsi nell’intero territorio regionale. Inoltre, abbiamo richiesto un rafforzamento della visibilità delle produzioni regionali del settore, promuovendo e sostenendo l’organizzazione di una manifestazione fieristica a carattere regionale. Ciò potrebbe avvenire riqualificando e integrando l’iniziativa di "CartaCanta", che si svolge a Civitanova Marche, da evento culturale e di piccolo artigianato a esposizione delle produzioni regionali e di filiera».

A tal proposito, lo stesso Giaccaglia ha annunciato «che è intenzione della Regione Marche costruire una nuova sede logistica, all’uscita del casello per Civitanova, per potenziare e riqualificare "CartaCanta". I lavori inizieranno a giugno/luglio di quest’anno per concludersi nel 2010. Ritengo, inoltre, che l’ora per avviare il percorso della distrettualizzazione sia ampiamente scoccata. Si tratta di una vera e propria sfida che implica un’azione congiunta tra istituzioni, operatori e imprese e che si può trasformare in valida occasione di sviluppo a vantaggio di tutto il territorio regionale».

Uno stato di salute "buono" con un contesto dinamico che lascia ben sperare anche Vilma Bontempo, coordinatrice regionale della Slc-Cgil: «Alcune aziende del settore cartario soffrono per l’eccessivo nanismo che impedisce loro di effettuare quel salto di qualità necessario in un contesto di competizione globale. Ci preoccupa la cessazione delle cartiere Alhstrom di Ascoli e dei suoi 200 addetti». A tal proposito, sembra andare avanti il dialogo fra la multinazionale finlandese e il fondo China investment Corporation per conto della Hi-Fu, la società che fa import export di carta in Cina. Mentre non si è tradotto in nulla di concreto l’interessamento mostrato dal gruppo Borgioni.

Ossatura importante della filiera della carta marchigiana è costituita dai maestri cartari. «Siamo rimasti in pochi. È un mestiere – evidenzia Sandro Tiberi, "mastro cartario" fabrianese – che va scomparendo nell’indifferenza generale. Sono 20 anni che faccio questo lavoro. La nostra produzione passa dalla carta per artisti a quella per l’editoria, dalla corrispondenza di pregio alle partecipazione. Il nostro asso nella manica è la personalizzazione. Inoltre, facciamo formazione in tutta Italia per tentare di far rivivere questa antica arte». Anche per i mastri della carta l’ufficializzazione del distretto potrebbe rappresentare una nuova primavera.

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