Rassegna stampa

Troppe fiere pochi stranieri

Vincenzo Chierchia

S’infiamma la sfida del turismo tra le società fieristiche ma, al tempo stesso, tra gli operatori aumentano le perplessità. «C’è una crescita esponenziale delle manifestazioni – dice Mally Mamberto, presidente del consorzio Incoming Italia – Ormai ce n’è almeno una a settimana in Italia e dall’estero i nostri partner ci manifestano segnali di disorientamento». Oggi si inaugura la Bit a Milano, dal 13 al 15 marzo Roma ospita Globe, sempre dedicata al turismo, forte di 30mila metri quadrati e 6mila operatori accreditati, in aprile sarà la volta della Bmt di Napoli. «Milano vuole crescere – rileva Fabio Majocchi, direttore generale di Expocts, la società che organizza la Bit – porteremo la nostra manifestazione anche all’estero, pensiamo alla Cina, ma amplieremo il ventaglio delle manifestazioni collegate alla Bit». «Roma punta sull’utenza professionale mentre Milano è una rassegna generalista – ribatte Antonio Audino, top manager della società organizzatrice Ttg –. Ci muoviamo d’intesa con Rimini per creare i grandi appuntamenti per i professionisti dell’industria delle vacanze a prezzi più contenuti». Al tempo stesso, come del resto sta facendo anche Milano, Rimini, Riccione e Roma stanno investendo oltre 500 milioni di euro in grandi strutture congressuali da raccordare alle attività fieristiche.

Napoli, nonostante le recenti difficoltà per l’emergenza rifiuti, sta accelerando sulla Borsa mediterranea del turismo. «A Bergamo – aggiunge Paolo Bertagni, top manager No Frills – abbiamo sviluppato una nuova fiera per operatori turistici che si fa due volte l’anno e puntiamo sulle partnership con l’estero». Bergamo, Modena e Trento si contendono i saloni sul turismo di montagna, per l’offerta balneare si contano almeno una decina di rassegne in varie parti d’Italia. «Indubbiamente c’è un proliferare eccessivo di manifestazioni, meglio concentrare su pochi eventi di eccellenza» commentano all’Enit, che peraltro assiste numerose manifestazioni fieristiche. È in atto poi una guerra dei prezzi che porta una quota di privati verso le nuove manifestazioni, mentre Regioni ed enti locali spendono più di una cinquantina di milioni l’anno per la partecipazione alle varie fiere.

«La Bit di Milano resta comunque l’evento principale aperto anche al pubblico – ricorda Giuseppe Boscoscuro, presidente dell’Associazione dei tour operator – ma forse occorrerebbe riflettere bene sulla formula. I costi sono alti e qualche operatore ha rivisto i propri piani». Quest’anno alla Bit (dove aumentano gli espositori, in particolare quelli esteri) non ci sarà Costa crociere, ad esempio. Teorema ha declinato da tempo. Mancheranno anche Veratour, Valtur e Club Med. «Una spesa eccessiva – commenta il top manager Italia, Giorgio Palmucci – e pochi risultati commerciali, meglio il Ttg di Rimini, che costa molto meno». «La Bit resta un po’ distante dai principali modelli europei che sono l’Itb di Berlino e la Fitur di Madrid – commenta Francesca Golfetto, docente della Università Bocconi e codirettrice del Cermes –. Madrid è in crescita esponenziale così come l’Itb, e in termini di espositori e di aree sono diverse volte più grandi di Milano. Il problema vero è che la manifestazione milanese deve specializzarsi e puntare su un modello efficiente».

Newsletter