Rassegna stampa

Contemporanei on the Road

di Laura Torretta

Artefiera a Bologna, Artissima a Torino, MiArt a Milano: a questo affermato terzetto fieristico si aggiunge ora Roma. The Road to Contemporary Art. Catapultare la città eterna nell’effervescente realtà del mercato, mettendo a profitto il buon momento che l’arte contemporanea sta attraversando, è lo scopo dichiarato degli ideatori della rassegna: Roma, in effetti, non è mai riuscita a rivestire un ruolo di primo piano né in questo settore né in quello dell’antiquariato, nonostante l’attiva presenza di operatori di gran nome.

Ma se, per quanto riguarda l’arte antica, nel passato più o meno recente non sono mancati i test, dalla mostra mercato Arte e Collezionismo, tra il 1998 e il 2004 organizzata con cadenza biennale a Palazzo Venezia ad Antiquari nella Roma Rinascimentale, allestita nel 2006 e 2007, per la contemporanea si tratta di un battesimo.

Nella capitale solo di recente hanno iniziato la loro attività due musei dedicati a questo segmento e non si è ancora radicato un tessuto di collezionismo privato e istituzionale in grado di richiamare l’interesse di operatori nazionali e internazionali. Molte potenzialità sono ancora da sviluppare, ma il terreno è fertile, come dimostra la risonanza internazionale ottenuta nel dicembre scorso dall’inaugurazione, con una mostra di Cy Twombly, della sede romana della celebre galleria americana Larry Gagosian.

In programma dal 28 febbraio al 2 marzo, la nuova rassegna non vuole essere la "solita" fiera ma una manifestazione "dentro Roma", entrare fisicamente nella città, vivere e far vivere più sedi collegate da un legame ideale e fisico.

Intende distinguersi prima di tutto per la coreografia dal momento che, unica nell’affollato panorama mondiale di eventi mercantili, avrà come cornice edifici di grande tradizione. L’affascinante viaggio alla scoperta dell’arte contemporanea avverrà attraverso preziose testimonianze della città "classica": dalle sale e i chiostri del Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia ai saloni di Palazzo Ferrajoli e del Palazzo Wedekind, sino al suggestivo Tempio di Adriano,

Ancora, nei saloni affrescati di Palazzo Rospigliosi, di fronte al Quirinale, troverà spazio Incipit, smagliante vetrina di tele, composizioni e sculture prestate da collezionisti privati romani, armonicamente predisposta da Ludovico Pratesi e promossa dall’Associazione Roma Contemporary e dall’Associazione Giovani Collezionisti.

E le Terme di Diocleziano saranno l’ideale collocazione per Cose mai viste, un’esposizione di opere provenienti dalle raccolte private delle gallerie, ordinate secondo un rigoroso percorso di Achille Bonito Oliva.

La scelta di sedi storiche non vuole però essere fine a se stessa, un semplice motivo di attrazione turistico-culturale, bensì l’occasione per un dialogo e un confronto tra l’arte del passato e quella del tempo in cui viviamo.

Saranno più di cinquanta le gallerie espositrici, italiane e internazionali, che parteciperanno alla manifestazione romana. Alcune già note, altre nuove ed emergenti, e tutte selezionate da un Consiglio direttivo composto da mercanti di grande esperienza. Alla vigilia del debutto trapela qualche indiscrezione: Robilant Voena Contemporary espone un’opera di grande formato di Julian Schnabel; Studio la Città invita al dialogo con un’opera paradigmatica per la ricerca di Ettore Spalletti; Il Polittico propone una tela di Dino Valls che vuole essere una metafora tra elementi naturali (costituiti dai fiori) e parti anatomiche del corpo umano. E nello stand della Galleria dell’Oca risalta l’installazione Castelli di Carte, che Giulio Paolini ha scelto di sistemare «in un salotto privato della famiglia Ferrajoli lasciato intatto con gli arredi originali».

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