Rassegna stampa

Città antica e maestri d’oggi

Iniziata in sordina tre anni fa, «Bologna Art First» ha ormai colonizzato l’intera città, coinvolgendola in quella grande festa dell’arte che da sempre vuole essere ArteFiera. Oltre ai musei e alle sedi istituzionali, si aprono così luoghi inattesi che hanno sedotto gli artisti per primi, come lo splendido Palazzo Bevilacqua Ariosti, una residenza privata del ‘500 dal paramento bugnato a punta di diamante, che ospita nel suo loggiato le fotografie di Roberto De Paolis, giovane artista proposto da Oredaria. O come l’Oratorio di Santa Maria della Vita, la chiesa amatissima dai bolognesi in cui si trova il celebre Compianto di Niccolò dell’Arca, dove Vittorio Corsini (presentato da Claudio Poleschi) intreccia sul pavimento le piante di una sinagoga e di una moschea, ricongiungendo idealmente in questo tempio cattolico le tre religioni monoteiste.

Bellissimi e poco conosciuti sono anche i Musei universitari di Palazzo Poggi: qui ci si imbatte nell’installazione con pigmenti fluorescenti di Alessandro Lupi (Guidi&Schoen), suggestivamente allestita nella sala dedicata alla visione, e nel gigantesco dipinto di Cristiano Pintaldi (oltre otto metri di base), proposto da Sprovieri Progetti, mentre al Museo Archeologico ci sono il giovane Andrea Santarlasci (Galleria Studio Legale) con un grande lavoro a grafito su specchio e luci al neon, e una delle emozionanti opere in terracotta e ossidi di Nanni Valentini (Arte e Arte), oltre a una raffinata mostra di libri d’artista, documenti e fotografie d’epoca sull’Arte Povera.

Il Museo della Musica si apre per accogliere Armonico LVI, l’opera in filo di rame di Antonella Zazzera presentata da Grossetti; il Museo Medievale ospita i bronzei Heroes di Alex Pinna (Ronchini Arte Contemporanea), la Biblioteca dell’Archiginnasio un’opera a pavimento di Herbert Hamak (Studio La Città), irta di un centinaio dei suoi blocchetti di resina di un vivido azzurro, e nella Galleria Cavour ci si imbatte nel lavoro di Kevin Francis Gray presentato da Changing Role.

Due opere ormai storiche come il monumentale Obelisco Cassiodoro del 1988 di Arnaldo Pomodoro (presentato dalla galleria L’Incontro) e l’altrettanto imponente Water Circles del 1982 di Fabrizio Plessi (galleria Contini) abitano il cortile di Palazzo d’Accursio, mentre nel Palazzo di Re Enzo, in cui si trova la cappelletta ora decorata da David Tremlett, dove venivano condotti i condannati a morte prima dell’esecuzione, è presentata l’opera di Luigi Presicce, Altalena (Antonio Colombo): in realtà una forca, da cui però penzola – appunto – un’altalena invece del lugubre cappio.

All’aeroporto infine è esposta Black Clouds, un’installazione aerea di ombrelli, opera di due giovani artisti bolognesi che vivono a New York, Paolo Bertocchi e Vanessa Chimera, presentati da Esso Gallery, in un gemellaggio ideale fra le due città con cui si festeggia anche il volo diretto che da qualche tempo collega Bologna a New York. La commissione che ha selezionato i lavori, formata dai direttori di ArteFiera e Mambo, Silvia Evangelisti e Gianfranco Maraniello, e dai collezionisti Marino Golinelli e Gaetano Maccaferri, ha infatti puntato anche sulle valenze evocative e sui legami segreti delle opere e dei luoghi in cui sono esposte, tanto da suggerire quasi dovunque la felice sensazione che si tratti di installazioni "site specific".

Ad. M.

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