
Fiere, Bologna e Rimini più vicine
Giorgio Costa
BOLOGNA
Gennaio sarà un mese cruciale per conoscere i destini dell’alleanza tra Bologna e Rimini. Un "matrimonio" che si può fare, ma sulle cui modalità è in corso una approfondita disamina per capire da una parte il grado di impegno e, dall’altra, i concreti vantaggi operativi e i settori in cui è più proficua la collaborazione. Al di là dei risparmi, stimati attorno ai 12 milioni, che l’unione tra le due fiere porterebbe portare. E anche esperti indipendenti contattati da «Il Sole 24 OreCentroNord» giudicano positiva l’integrazione tra le due realtà.
«Ci stiamo focalizzando sugli obiettivi raggiungibili e credo che entro questo mese metteremo a punto gli elementi fondamentali su cui ragionare in vista della futura collaborazione», spiega il presidente di Rimini Fiera Lorenzo Cagnoni. Che aggiunge: «noto molto interesse negli operatori nazionali ed esteri per questo nuovo aggregato Bologna-Rimini e credo che avremo la possibilità, studiando un buon piano, di realizzare importanti obiettivi». Ma sui tempi c’è molta prudenza, anche perché si tratta ancora di capire bene quale tipo di sinergia costruire tenendo presente anche le diverse caratterizzazioni delle due Fiere: più orientata al segmento produttivo quella di Bologna, decisamente più consumer quella di Rimini, con un mix che potrebbe rivelarsi vincente quanto a diversificazione dei mercati e utilizzo ancora più marcato degli spazi produttivi.
Pure a Bologna c’è voglia di chiudere. Anche se si tratta di decisioni strategiche verranno prese da un Cda in scadenza (il mandato è terminato a fine 2007), che si protrarrà sino all’approvazione del bilancio e alla nomina di un nuovo consiglio, incluso il presidente Luca Cordero di Montezemolo che ha da ultimo manifestato l’intenzione di lasciare a fine mandato, cioè nel 2008. «Noi ci auguriamo che Montezemolo riconfermi la sua disponibilità perché resta, a nostro avviso, il candidato ideale a tale carica» spiega Giampaolo Palazzi, presidente regionale di Confartigianato. Che, però, chiede un cambio di passo a livello gestionale. «È chiaro – spiega Palazzi – che di rendita non si vive più e serve un forte grado di managerialità e di professionalità per condurre la Fiera agli obiettivi di crescita e di sviluppo che deve avere per restare in sintonia con i tempi. E sono altresì convinto che entro la primavera arriverà una decisione definitiva sul tema del rapporto con Rimini. Resta però il problema di un sistema troppo articolato e che sente davvero il bisogno di un qualche potere regolatorio pubblico, specie da parte della Regione». Da parte sua viale Aldo Moro è vicina all’ingresso in Fiera di Bologna con una quota del 5% (che deriva da cessioni paritetiche del Comune e della Provincia di Bologna), ma da una parte è tutta da definire la creazione della rete regionale (con gli ingressi nelle altre maggiori Fiere) e dall’altra resta il nodo dell’eventuale spin-off degli immobili del quartiere bolognese. Una strada perseguita dai soci privati e fortemente avversata da quelli pubblici che pongono come condizione insuperabile l’unitarietà degli asset e della gestione.
Intanto le due Fiere hanno chiuso i conti del 2007 in maniera soddisfacente. I ricavi di Bologna (come gruppo) sono risultati pari a 126,7 milioni (+6,8% sul 2006) e il Mol è salito a 27,4 milioni (+4,7%). La capogruppo, invece, ha realizzato ricavi per 72,9 milioni (+5,3%) e un Mol in crescita del 9% a quota 15,2 milioni. Da parte sua, Rimini Fiera ha chiuso il 2007 con un preconsuntivo di 50,7 milioni di euro di ricavi (+5% sul 2005 anno di comparazione utile per la presenza delle stesse manifestazioni biennali) mentre il Mol registra 16,2 milioni (-0,4 milioni sul 2005). Per ciò che concerne il gruppo, il consolidato parla di un valore della produzione complessivo di 80,9 milioni di euro (+10,2% sui 73,4 milioni del 2005) con un Mol di 18,7 milioni (+ 7,6% sui 17,3 milioni del 2005).
I CONTI E GLI ASSETTI
I numeri di Bologna e Rimini
I ricavi di Bologna Fiera (come gruppo) sono risultati pari a 126,7 milioni (+6,8% sul 2006) e il Mol è salito a 27,4 milioni (+4,7%). La capogruppo, invece, ha realizzato ricavi per 72,9 milioni (+5,3%) e un Mol in crescita del 9% a quota 15,2 milioni. Bologna, nel 2006, ha ceduto oltre 1,23 milioni di mq di superficie espositiva. Attualmente i soci di Bologna Fiera sono in maggioranza privati (con le associazioni produttive in testa) mentre a Rimini la maggioranza della partecipazione è ancora in mano pubblica.
Rimini Fiera ha chiuso il 2007 con un preconsuntivo di 50,7 milioni di euro di ricavi (+5% sul 2005 anno di comparazione utile per la presenza delle stesse manifestazioni biennali) mentre il Mol registra 16,2 milioni (-0,4 milioni sul 2005). Per ciò che concerne il gruppo, il consolidato parla di un valore della produzione complessivo di 80,9 milioni di euro (+10,2% sui 73,4 milioni del 2005) con un Mol di 18,7 milioni (+ 7,6% sui 17,3 milioni del 2005).