
Faccia a faccia sulla Fiera
Accordo difficile dopo le polemiche sull´alleanza con Rimini e la governance Patto d´azione tra i tre enti locali per bloccare l´ipotesi di due società distinte L´incontro nell´ufficio della Draghetti doveva restare segreto LUCIANO NIGRO L´appuntamento è alle 15 a palazzo Malvezzi, nell´ufficio del presidente della Provincia Beatrice Draghetti. Nelle intenzioni doveva essere un incontro ultra riservato, lontano dalla curiosità dei cronisti. Difficile, però, dopo le scintille che delle ultime settimane che l´annunciatissimo faccia a faccia tra il presidente della fiera Luca Cordero di Montezemolo, il sindaco di Bologna Sergio Cofferati, la presidente della Provincia e l´assessore regionale Duccio Campagnoli potesse passare inosservato. Anche ieri il sindaco è stato piuttosto polemico. A chi ha chiesto che cosa si attendesse dal vertice con Montezemolo, Cofferati ha risposto seccamente: «È lui che ci deve dire quali sono gli orientamenti del presidente e dell´amministratore delegato sul futuro della fiera». Una frase quasi identica al gelido comunicato del presidente della Fiera che due settimane fa aveva accompagnato la notizia dell´accordo tra i soci pubblici e il duro richiamo del sindaco che aveva parlato di ritardo gravissimo della fiera sull´alleanza con Rimini. «Nell´incontro che avrò il prossimo 7 dicembre con i soci pubblici – scrisse Montezemolo – ascolterò con interesse quanto mi verrà rappresentato così come ho sempre fatto con gli altri soci di Bologna-Fiere». Ora il 7 dicembre è arrivato, ma tra il presidente della Fiera che è anche il numero uno della Ferrari, della Fiat e di Confindustria e gli azionisti pubblici di BolognaFiere sono emerse differenze non piccola sulla strategia per il futuro dell´expò bolognese. All´attacco Comune, Provincia e Regione che possiedono un terzo del capitale della Fiera e che con un patto tra di loro hanno bloccato l´idea di un gruppo di soci privati candeggiata anche da Montezemolo di dar vita a due società distinte per la fiera, una per la gestione dell´expo´, l´altra per la gestione del patrimonio (aree e padiglioni). Alla base della proposta dei privati la necessità di ricavare le risorse per sostenere investimenti futuri nella fiera che negli ultimi anni si è indebitata per costruire nuovi padiglioni e acquistare i marchi delle manifestazioni. Lo scorporo in due società non piace, però, ai pubblici. Per l´assessore Campagnoli è «pericoloso» perché «non ha senso vendere la casa per far fronte a una sopportabile esposizione finanziaria». Ma soprattutto i soci pubblici chiedono che proceda l´alleanza tra Bologna e Rimini. Un´alleanza che produrrebbe risparmi molto importanti (tra i 10 e 14 milioni di euro secondo uno studio commissionato da BolognaFiere all´advisor Bain & Company) e che renderebbe forse inutile il ricorso allo scorporo in due società. Strategie diverse, insomma, e qualche punta polemica che ha accompagnato l´ingresso della Regione nel capitale della Fiera (rileverà il 5% delle azioni da Comune e Provincia per 8 milioni di euro). E´ probabile che Montezemolo e i soci pubblici cercheranno un accordo. Anche se trovarlo non sembra semplice. Sono anni, infatti, che i pubblici chiedono l´alleanza con Rimini, tanto che l´argomento fu oggetto di uno scambio di opinioni un anno fa all´inaugurazione di ArteFiera. All´apertura del primo Motor Show firmato da Olivier Ginon di Gl Events il nodo è ancora irrisolto, anche se l´amministratore delegato Michele Porcelli sta trattando con il presidente di Rimini Lorenzo Cagnoni. E a complicare la situazione alcuni altri problemi che si sono aggiunti nel frattempo. I patti societari tra gli azionisti sono scaduti, alcuni intendono andarsene e tra pochi mesi scadranno tutte le cariche sociali: presidente, amministratore delegato e consiglio di amministrazione sono da rinnovare. Due settimane fa Cofferati oltre a criticare i ritardi su Rimini ha ricordato la necessità di dare una nuova governance, un nuovo assetto di vertice, più snello e moderno alla fiera. Un´esigenza, questa, più volte richiamata da Montezemolo negli ultimi anni anche perché la fiera ha un consiglio di amministrazione nel quale siedono 18 soci che rappresentano interessi spesso contrastanti. Snellire il vertice è interesse di tutti, almeno quanto trovare obiettivi condivisi sul futuro della Spa.