Rassegna stampa

Ginon: Centro congressi all’Arsenale

«Il Veneto non ha bisogno di nuovi spazi espositivi» PAOLO POSSAMAI VENEZIA. Olivier Ginon lo definisce «un sogno». Parla del suo sogno di allestire convegni e eventi all’Arsenale di Venezia. Delle questioni padovane, invece, non vuole parlare. «Gli spazi delle Corderie ma in generale l’intero complesso dell’Arsenale è di straordinario fascino e, se ci fosse data la possibilità, volentieri ci misureremmo in una attività congressuale di profilo autenticamente internazionale». Monsieur Ginon non è un qualsiasi cittadino del mondo, ma l’artefice e il presidente di Gl-Events, gruppo leader nell’organizzazione di eventi e fiere a livello europeo. A Gl-Events fa capo PadovaFiere, dopo la privatizzazione del 2005. Nulla vuole dire Ginon delle polemiche di questi giorni con gli enti locali azionisti della società padovana. Dice di essere «molto soddisfatto» di PadovaFiere. Ma quali progetti di sviluppo coltiva Gl su scala veneta in termini di nuove infrastrutture? «Sgombrerei il campo da un equivoco. A mio avviso, l’Italia e il Veneto hanno già abbondanza di quartieri espositivi. Non credo ne servano altri». Vale a dire che lei non sarebbe interessato a gestire spazi fieristici nei dintorni dell’aeroporto, a Marghera o a Veneto City? «Mi pare più intelligente investire in nuove manifestazioni e in congressi, piuttosto che in operazioni immobiliari. La mia è una lettura prettamente economica, non politica. Verona, Vicenza e Padova sul piano regionale rispondono ampiamente alle esigenze del mercato. Dopo di che, se la politica decidesse di intraprendere la costruzione di un nuovo quartiere a Venezia, non escludo che potremmo essere motivati a valutarne la gestione». Un nuovo polo espositivo a Venezia porterebbe a eliminare Padova. «Siamo fortemente interessati a lavorare in Arsenale a Venezia, anche perché non sarebbe in competizione con Padova. Venezia è molto attrattiva per grandi congressi mondiali, avrebbe un ruolo sul mercato ben diverso da Padova o Verona. Siamo soci degli enti locali padovani, vogliamo rispettare gli accordi. Puntiamo a rafforzare l’attività fieristica e convegnistica padovana, con quanto consegue anche in termini di indotto per le imprese di servizi della zona. I dati di bilancio 2007 di PadovaFiere sono in forte incremento, penso che l’espansione procederà soprattutto con la parte congressuale». Ma in questo senso occorrerebbero investimenti sul quartiere fieristico padovano. «Abbiamo già investito più di quanto previsto. Penso in particolare al collegamento tra i padiglioni 7 e 8. Ma siamo solo all’inizio di un ciclo di investimenti in Italia». In questo senso va letta l’acquisizione di Promotor? «Promotor porta in sè la realizzazione del Motor Show, la gestione del polo del Lingotto a Torino, partecipazioni e varie attività a Bologna e Rimini. Stiamo divenendo un medio player sul mercato italiano. Non puntiamo a diventare i più grandi, ma a soddisfare le città in cui operiamo, gli espositori e i visitatori. Sul Motor Show e sul Flormart, per esempio, la nostra équipe dimostra la sua professionalità e la tensione all’eccellenza che caratterizza il gruppo. Ma Padova e Torino saranno i nostri cavalli di battaglia». Promotor è pure l’organizzatore dello Smau di Milano. «Da un paio d’anni Smau ha iniziato a riposizionarsi, con una manifestazione orientata all’operatore professionale e non al consumatore indistinto. Se faremo un buon accordo con la Fiera di Milano, continueremo a realizzare Smau là dove è oggi». Dopo Promotor spingerete lo sviluppo con altre acquisizioni? «Non siamo qui per creare confusione, ma per dare stabilità al mercato. La crescita sarà graduale, senza strappi e senza determinare un eccesso di offerta. Se qualcuno vuole unirsi a noi, se ci sono imprenditori che hanno in gestione manifestazioni di qualità, sono i benvenuti».

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