Rassegna stampa

Cazzola: «I francesi di GL faranno grande la Fiera»

«La scelta del gruppo di Ginon di puntare su Bologna come centro operativo per l’Italia è un opportunità per l’expo» «La scelta di GL Events di puntare su Bologna come centro operativo per l’Italia è una grande occasione per la Fiera. Tocca ai soci e alle associazioni di categoria non sprecarla, rinnovando prima di tutto la governance come ha detto Montezemolo. Anche se sono tre anni che ne sento parlare…». Alfredo Cazzola non è più della partita. Ha venduto Promotor, lasciato la guida della società, liberato la sedia nel Cda di via Michelino. Ma sull’expo ha ancora le idee chiare e – dopo la notizia che il colosso fieristico lionese guidato da Olivier Ginon ha scelto di trasformare Promotor International in GL Italia e stabilire in città la propria sede – può a buon diritto rivendicare di «non aver solo venduto, ma venduto bene». Quando lei annunciò la cessione a GL, presidente, c’era incertezza su come si sarebbero comportati i francesi. Ora lo sappiamo: faranno base a Bologna. È un segnale di impegno? «Direi proprio di si. La decisione di GL è stata un logico proseguimento dell’acquisto di Promotor. Per loro si è trattato del più grosso investimento che hanno fatto in Italia: un asset di grande rilevanza. Il fatto che abbiano deciso di spostare il baricentro su Bologna è una scelta naturale» Stando a quello che lei ha più volte dichiarato a proposito di BolognaFiere, però, opereranno in una «realtà ingessata »? «Quello è un mio giudizio su BolognaFiere e i suoi azionisti, ma non c’entra con la decisione di GL di puntare su Bologna. Vorrei però sollevare una questione: ho letto che il presidente Montezemolo ha dichiarato che lo snellimento della governance è l’elemento prioritario. Ricordo che tre anni fa si disse la stessa cosa. Prendo atto che da allora non si è fatto nulla. È prevalsa la volontà di mantener lo staus quo». Confida che cambi qualcosa? «Io non confido più niente: sono fuori. Però non mi ha fatto piacere leggere che sono entrato e uscito dall’azionariato: Promotor è ancora lì, più che mai. La società è rimasta, anche se ora è francese, ed è un ottimo alleato. Un soggetto con presenza internazionale diffusa sul territorio. Ha confermato la scelta che ho fatto non solo di vendere, ma di vendere bene. Credo sia un’ottima opportunità. Ora si tratta di vedere quanto gli azionisti siano disposti a seguire la strada indicata di nuovo da Montezemolo. Poi c’è la questione della sostituzione di associazioni con le imprese nell’azionariato. Anche questa è una cosa che sento dire da anni. Però non sarà con il cambio di un azionista che muteranno le cose: questo lo devono decidere gli azionisti». Il futuro dell’expo. In queste settimane si parla molto di scorporo tra la gestione degli immobili e dell’attività fieristica. Che ne pensa? «Vecchio tema, anche questo. Va fatta chiarezza. Se serve per fare aumenti di capitale sulla eventuale società di gestione, credo sia una soluzione destinata ad avere un esito miope e di breve periodo. Prima vanno affrontati i nodi dello sviluppo industriale e della ricapitalizzazione con l’auspicato ingresso di imprese al posto delle associazioni. Questa credo sia la strada se si vuole affrontare conle spalle solide un futuro, che guardando i bilanci, può essere problematico. Solo allora sarebbe corretto valutare l’ipotesi spin-off». Le dispiace che sia scomparso il marchio Promotor? «No, è nelle cose. Fa parte del gioco. L’importante è che non scompaiano le competenze e le capacità che ho formato in questi anni di lavoro». Simone Sabattini ?? La governance Come ha detto Montezemolo è prioritario snellire la dirigenza Ex patron Alfredo Cazzola ex proprietario della Promotor ha venduto ai francesi

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