
E’ UNA NOVITA assoluta per il settore della nautica oltre che per Bologna Fi…
E’ UNA NOVITA assoluta per il settore della nautica oltre che per Bologna Fiere. ‘Design on board’, il salone del design e dei materiali innovativi per la vita a bordo, è infatti uno degli assi che l’expo calerà nel 2008. La manifestazione è stata presentata ieri pomeriggio a Palazzo Poggi, davanti a una folta platea di addetti ai lavori; a fare gli onori di casa l’amministratore delegato di Bologna Fiere Michele Porcelli (nella foto) e il direttore divisione commerciale Marisa Corso. Il salone si terrà dal 12 al 15 marzo, in concomitanza con SaieSpring, e come ha sottolineato Porcelli «sarà una manifestazione ad alta specializzazione». «Abbiamo pensato – ribadisce Marisa Corso – a una iniziativa diversa da quanto offre il mercato, perché non esiste una fiera che comprenda tutto quello che serve per arredare una barca». L’obiettivo è quella di trasformare ‘Design on board’ in un evento internazionale di riferimento per progettisti, cantieri e armatori che cercano le migliori e più aggiornate soluzioni per la vita a bordo di imbarcazioni a vela e motore. INTANTO, Porcelli è tornato a commentare la decisione del consiglio di amministrazione della società di piazza Costituzione di approfondire l’ipotesi di una alleanza con l’expo di Rimini. «E’ un’accelerazione in questa direzione» conferma l’ad. Ad analizzare nei dettagli il progetto di intesa tra i due poli fieristici saranno i membri del Comitato esecutivo che si sono dati come scadenza la metà di novembre, quando il cda dovrebbe tornare a riunirsi per prendere una decisione definitiva. L’altro giorno, appunto, sul tavolo del cda è arrivato lo studio che mette in fila le caratteristiche dei due quartieri (Bologna si è affidata nei mesi scorsi ad una advisor, Bain & Company) per evidenziare possibili sinergie: il dossier prende in esame vantaggi e svantaggi di un’eventuale aggregazione. A pesare sulle scelte di Bologna potrebbero essere sia la situazione patrimoniale che la composizione societaria (la Fiera di Rimini è saldamente in mano agli azionisti pubblici, Comune, provincia e Camera di commercio che detengono più dell’80% delle quote). Nessuna soluzione è tuttavia esclusa in partenza, nemmeno quella, avanzata mesi or sono dal sindaco Sergio Cofferati e caldeggiata dalla Regione (che per altro preme per entrare nella compagine azionaria delle fiere emiliano-romagnole), di una partnership forte, magari attraverso una vera e propria aggregazione tra le due società. «Non è detto – conferma Porcelli – il tutto deve essere approfondito più compiutamente. Fin d’ora però c’è la possibilità di procedere su iniziative di collaborazione commerciale sui mercati internazionali. Ciò non significa escludere altre ipotesi». INFINE va segnalato che in Fiera si avvicina la scadenza dei patti parasociali. I soci privati, ovvero le più importanti associazioni di categoria provinciali, cominciano a scaldare i motori in vista della fine di ottobre. Con il coordinamento di Unindustria, si sta già definendo la data per un incontro, che dovrebbe essere convocato entro la metà di ottobre. In ballo ci sono appunto eventuali passaggi di quote da un’organizzazione all’altra o accorpamenti di partecipazioni, in modo da semplificare la rappresentanza e dar vita a un futuro cda più snello (ora conta 18 membri).