
Prima fiera orafa del mondo, piano da 11 milioni di euro
Cinque, forse sette anni. È questo il tempo che il presidente Dino Menarin ed il direttore Maurizio Castro hanno stimato occorra per il raggiungimento dell’obbiettivo di far diventare la Fiera di Vicenza la prima e migliore rassegna orafa mondiale. Un progetto ambizioso, dal costo di 11 milioni di euro nei prossimi tre anni, che partirà con una rivoluzione dell’intero assetto societario e strategico, visibile già dai prossimi mesi. «È un grosso sforzo, concentrato sull’evoluzione del core-business su cui ruoteranno tutti gli altri elementi ha sottolineato Menarin siamo tra le prime tre fiere orafo al mondo, vogliamo essere i primi». Nel presentare il piano gestionale della Fiera, presidente e direttore, ieri hanno aderito a quella massima che recita “l’oro si prova con il fuoco e la virtù con la tentazione”. Il fuoco della specializzazione brucerà infatti nel giro di un paio d’anni tutte quelle rassegne fieristiche che non saranno nell’orbita del core-business. Nel 2008 le prime a sparire saranno una edizione di Abilmente e il salone del vino novello, ma altre seguiranno l’anno dopo. Le uniche mostre che resteranno, non collegabili a Vicenzaoro, saranno quelle che primeggiano nei loro ambiti: Koinè e Numismatica. Entreranno invece altre rassegne: una sulla security e quella, già fissata per il prossimo marzo, del lusso. L’oro, come già anticipato dalGazzettino, sarà così al centro di tutte le prossime mosse della società. Così come ha confermato Castro: «Il progetto fondamentale è quello della specializzazione, l’oro e il gioiello come focus dell’attività fieristica, una scelta che il consiglio di amministrazione ha fatto rinunciando a qualsiasi tentazione generalista». Un passo indietro, insomma, rispetto ai primi annunci, quando si pensava di investire in altre fiere, visto che il comparto dell’oreficeria non dava segno di riprendersi. «Dal 2003 il settore è in calo a Vicenza, ma non a livello mondiale, dove sono convinto ci sarà presto una grande boom». Ed il pronostico di Castro colloca subito Via Dell’Oreficeria in qualsiasi angolo del pianeta dove il mercato orafo è rappresentativo. È allo studio, ad esempio, una rassegna da portare a Barcellona, dedicata all’innovazione più coraggiosa, che avrà base a Vicenza dove è prevista la nascita di un laboratorio permanente sul design. Ed ancora, si è parlato di una trasferta nella vetrina di Milano con le collezioni più significative dell’oreficeria italiana: 80 prodotti esclusivi da presentare ai 300 buyers più importanti. Giusto per lanciare il guanto di sfida a Basilea.A livello societario, sarà invece pronta a fine anno la fusione con Vicenza Fiera International e nel frattempo l’amministrazione sta lavorando su progetti di partnership, a cominciare da quello con la Banca Popolare di Vicenza. Infine, nonostante sia stato annunciato un allargamento della compagine azionaria, lo stesso Castro ha specificato che «i soggetti pubblici manterranno le quote di controllo maggiori». Di privatizzazioni per adesso non si parla, ma Menarin lascia comunque la porta aperta: «Tanto meglio se la fiera diventasse un gioiello appetibile, noi comunque non vogliamo perdere il controllo di questo gioiello». Pietro Rossi