
Fiere, rete regionale nel 2007
Giorgio Costa
BOLOGNA
«La rete regionale delle fiere emiliano-romagnole deve vedere la luce entro la fine del 2007 ed è in questa direzione che la Regione Emilia-Romagna lavora. E il problema complessivo di aumentare la competitività del sistema fieristico regionale viene prima di qualsiasi discorso sulle integrazioni tra singoli enti».
Duccio Campagnoli, assessore regionale alle Attività produttive, ha bene in mente che non c’è tempo da perdere sul fronte della messa in campo degli strumenti che possono dare un nuovo impulso alle fiere regionali con l’obiettivo di «creare un sistema fieristico del Centro-Nord che va da Verona a Roma e ovviamente attraversa l’Emilia-Romagna da mettere in competizione con il polo milanese». E, secondo Campagnoli, il tema della partecipazione azionaria della Regione alle fiere di Bologna e Rimini, dopo quella di Parma in cui è già presente, va letto proprio in questa chiave di sostegno alla creazione di una rete che avrebbe i suoi primi capisaldi nell’internazionalizzazione e nei servizi. «E non certo – precisa Campagnoli – con il sospetto che la Regione voglia fare da ente regolatore. Le fiere, per legge regionale, sono Spa e tali restano».
Letta così, diventa anche meno urgente la soluzione del problema che da troppi anni si agita lungo la via Emilia del "matrimonio" (non si capisce ancora a quale livello) tra i quartieri di Rimini e Bologna. E Campagnoli lo dice senza mezzi termini: «Preferisco avviare subito, e ribadisco subito, il tavolo per la rete ragionale, con l’eventuale ingresso azionario nostro se si ritiene che possa facilitare l’operazione, piuttosto che aggiungere problema a problema». Dove il problema aggiunto da risolvere, ovviamente, è il rapporto Bologna-Rimini.
Per quel che riguarda l’ingresso della Regione nel capitale di Bologna e Rimini, conferma l’assessore Campagnoli che l’operazione dovrebbe chiudersi entro la fine dell’anno; e se da Bologna (già a maggioranza privata e tale resterebbe anche dopo l’ingresso regionale) arriva il disco verde di Provincia, Comune e Finanziaria metropolitana – che secondo indiscrezioni potrebbero cedere anche più del 2% delle loro quote mentre resterebbe intatto il peso (10,4%) della Camera di commercio – anche gli enti pubblici di Rimini sono pronti al grande passo. In questo caso è ancora ad ampio controllo pubblico (85%) e alla disponibilità a cedere quote di Provincia e Comune si affianca molta prudenza da parte della Camera di commercio che, spiega il presidente Manlio Maggioli, «accoglie con favore il possibile ingresso della Regione Emilia-Romagna in Rimini Fiera ma a oggi, il progetto della Camera di commercio di Rimini non è comunque quello di diminuire la propria quota di partecipazione».
Nulla quaestio alla regia regionale anche da parte della Camera di commercio di Bologna sempre che, precisa Gian Carlo Sangalli «si chiariscano bene i vantaggi di questa regia a livello di competitività del sistema e delle singole fiere». Al riguardo l’assessore alle Attività produttive regionale ha le idee chiare. «Il primo punto è l’integrazione della rete commerciale estera. Troppo spesso le fiere vanno all’estero singolarmente con grave spreco di risorse e invece uniti, come dimostra anche l’esperienza del sostegno governativo di 3 milioni l’anno, si hanno risultati migliori. Subito dopo vengono i servizi, dall’informatica a quelli di allestimento».
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