Rassegna stampa

Partnership col Mit di Boston per creare badge «intelligenti»

Silvia Pieraccini

FIRENZE

Ripensare l’esperienza-fiera per renderla più utile e più gradevole agli operatori. Come? Pitti Immagine si affida alla tecnologia e, in collaborazione col Mobile experience laboratory (Mel) del Massachusetts Institute of technology di Boston avvia la sperimentazione di soluzioni hi tech per migliorare la vita dei visitatori delle fiera di moda. A partire dal badge, il lasciapassare oggi in plastica e dotato di codice a barre che, per entrare nella medievale Fortezza da Basso e guadagnarsi l’accesso agli stand, va inserito in antiestetici e poco funzionali tornelli in metallo.

Già dalla prossima edizione di Pitti Uomo, in gennaio, un campione selezionato di operatori sperimenterà un nuovo badge in cuoio intagliato, dotato di tecnologia Rfid, un sistema di identificazione basato sulle radiofrequenze che permetterà di varcare l’ingresso della Fortezza senza sgradevoli blocchi e potrà poi servire durante la visita agli stand, per selezionare i prodotti che più interessano, ma anche prima dell’ingresso in fiera (ad esempio per segnalare l’arrivo in aeroporto o alla stazione ferroviaria) o dopo l’uscita, per accedere a un chiosco interattivo che consiglierà, sulla base delle preferenze espresse all’atto della registrazione, altri stand da visitare e magari anche cosa fare o cosa vedere in città. «L’idea è creare una community tra chi vende e chi compra – spiega Federico Casalegno, direttore del Mobile experience lab – usando l’elettronica e la tecnologia per facilitare i rapporti tra gli operatori. Non vogliamo proporre tecnologie super avanzate, come il mini computer da appendere al collo usato in altre manifestazioni, ma tenere in considerazione le esigenze dei fruitori di Pitti. Stiamo cercando l’equilibrio tra innovazione tecnologica ed esperienza umana della fiera».

Il lavoro, partito in febbraio con un workshop tenuto da Casalegno al quale hanno partecipato 15 studenti e ricercatori del Mit, sta proseguendo con i vertici di Pitti, e avrebbe dovuto trovare una prima dimostrazione concreta nella "Experience room". Ma le tecnologie spedite dagli Stati Uniti una settimana fa ieri erano ancora ferme alla dogana fiorentina, in attesa del via libera.

Newsletter