Rassegna stampa

Minacce milanesi

C’è un reggiano anche alla guida delle Fiere di Parma. Si chiama Franco Boni e da alcuni anni è presidente di uno degli Enti fieristici più importanti d’Italia. Caratterizzato dal marchio agroalimentare della manifestazione “Cibus” – vera punta di diamante del settore – anche il quartiere fieristico parmense (a maggioranza pubblica) soffre della forte concorrenza dell’impianto milanese, diventato in pochi anni un vero e proprio ‘spauracchio’ per la concorrenza. “Un po’ come tutti – ci spiega Boni – stiamo soffrendo la concorrenza del nuovo soggetto fieristico milanese, soprattutto nel settore agroalimentare. Stiamo però cercando di risolvere il problema accogliendo le istanze di Feralimentare, che è nostro partner al 50% in Cibus, migliorando la viabilità e gli accessi all’Ente Fiera e avviando una riqualificazine dell’impianto”. Una situazione che l’Ente Fiera di Parma sta quindi affrontando con spirito d’iniziativa; lo stesso che connota anche diverse iniziative realizzate in collaborazione con altre piazze fieristiche. “Con la benedizione del ministero, abbiamo avviato una collaborazione con Verona – afferma a questo proposito Boni – realizzando un connubio tra Cibus e Vinitaly con il quale stiamo esportando i nostri prodotti all’estero. Con queste finalità, siamo appena stati in Cina e in Russia e l’anno prossimo saremo negli Stati Uniti e in India”. Operazioni di indubbio valore, che permettono di esportare un valore delle nostre terre ma non sufficienti, da sole, a dare una regolamentazione al settore. “Bisogna decidere – prosegue a questo proposito il presidente delle Fiere di Parma – se le fiere debbano diventare s.p.a. con l’unico obiettivo di produrre utile o se, non incompatibilmente con i profitti, le manifestazioni fieristiche debbano essere anche rappresentanti dei distretti e dei territori di pertinenza”. Insomma, se un soggetto fieristico come Milano Fiere si permette di agire in totale autonomia è anche perché mancano linee guida a livello nazionale, che stabiliscano dove si voglia andare. “In Italia le fiere sono una ricchezza enorme – prosegue Boni – ma, se da un lato credo non si possa ridurre tutto ad un unico polo fieristico, dall’altro non credo che debba passare la logica delle 100 città e 100 fiere. In altri termini, credo che serva un’opera di razionalizzazione garbata che permetta di identificare i poli di attrazione per i relativi settori”. Un’impostazione che rafforzerebbe la posizione di Parma per quanto riguarda il settore agroalimentare, magari da attuarsi con il coordinamento regionale. “Con la Regione – rivela Boni – stiamo discutendo di un piano di scambi azionari che permetta di rafforzare le politiche comuni e di migliorare la regia e il coordinamento”. Una rete che potrebbe coinvolgere anche Reggio, per quanto riguarda la meccatronica. “Stiamo avviando tante collaborazioni su scala locale – annuncia il numero uno di Fiere di Parma – con Piacenza siamo già a buon punto e prossimamente probabilmente partirà un progetto anche con Reggio. Credo molto in questo tipo di sinergie”. (do)

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