Rassegna stampa

Fiera Mediterraneo, c’è aria di trasloco L’ultima parola ora spetta all’Ars

La Fiera del Mediterraneo di Palermo potrebbe cambiare indirizzo. E’ quanto prevede il piano predisposto dalla Regione ed inserito nel disegno di legge sullo sviluppo, approvato dalla Giunta Cuffaro ed in attesa adesso del voto dell’Assemblea regionale. L’ente dovrebbe insediarsi in una zona di periferia ancora da individuare tra l’Asi di Brancaccio e Villabate. In vendita, invece, l’area dell’attuale sede, dove verrebbe realizzata una nuova zona residenziale. Un nuovo quartiere per Palermo, in cui creare abitazioni, verde, servizi pubblici e locali commerciali. E proprio dalla vendita dell’intera area di piazza Generale Cascino, si ricaverebbero le somme da investire nella nuova zona in cui troverebbe alloggiamento la Fiera. L’articolo inserito nel disegno di legge prevede che la progettazione dell’intera struttura che ospiterà l’ente fieristico venga affidata ad esperti internazionali, nominati in seguito ad un concorso di idee. Il bando, a tal riguardo, dovrebbe essere emesso entro 120 giorni dall’approvazione della legge. La Fiera abbandonerebbe dunque la sua ubicazione nel centro del città per traslocare in periferia. Una ipotesi che ha creato già spaccature tra chi ha accolto favorevolmente la proposta e chi invece la contesta apertamente. Se l’iniziativa ha il benestare dei vertici dell’Udc, oggi è arrivato il dissenso di Pino Apprendi, deputato regionale DS: “L’area della Fiera del Mediterraneo deve essere restituita alla città. Palermo ha bisogno di tante cose, non certo di una nuova colata di cemento né di nuove speculazioni edilizie. Nessuno nega la necessità di una svolta radicale per rilanciare la Fiera – dice Apprendi – ma questa deve avvenire attraverso un percorso trasparente e condiviso con la città, non certo attraverso scorciatoie pensate solo per far ingrassare cordate già in pole position”. “Nonostante i 220.000 visitatori ed i 500 espositori di cui 30 stranieri e i buoni incassi, per la Fiera del Mediteranno di Palermo la strada verso il risanamento è ancora lunga. Nata nel lontano 1946 come punto d’incontro ideale per il contesto geo-economico del Mediterraneo, la campionaria è diventata una sorta di “emporio” in cui esporre le migliori energie economiche ed imprenditoriali. Negli ultimi lustri però, difficoltà di gestione e discutibili scelte di pianificazione hanno aperto una voragine nel deficit dell’Ente. Una crisi che ha portato alla riduzione dell’attività fieristica, all’esternalizzazione dei servizi pur in presenza del personale a ciò addetto, alla mancata retribuzione e ai tagli dei dipendenti. A poco sono serviti i diversi commissariamenti nominati dal governo regionale per riparare ad anni di cattiva amministrazione. Da quest’anno, intanto, il rilancio dell’Ente passa attraverso il piano triennale di risanamento stilato dal Commissario Straordinario dell’Ente, Agostino Porretto: snellimento della struttura aziendale, internazionalizzazione degli eventi, nuovi prodotti fieristici e apertura a nuovi e promettenti mercati. E forse chissà, anche un trasloco forzato.

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