Rassegna stampa

Lingotto, francesi addio

Che settimana, per il Lingotto. Mercoledì pomeriggio l’incontro segreto fra la presidenza del «Centro Congressi», Comune e Fiat, per pianificare il rilancio di quel turismo d’affari (la cui crisi, secondo i titolari degli alberghi di lusso svuota le loro camere). Ieri, un altro colpo di scena. La «General Location» di Lione che nell’aprile scorso aveva manifestato un interesse per i marchi di Lingotto Fiere, ha rinunciato all’opzione, pur confermando di andare avanti nell’acquisizione di altri eventi, come per esempio la «Fiera di Padova» o il «Motor Show», tutte di proprietà del patron di Promotor Alfredo Cazzola. «Non è stato un segnale di disinteresse verso la realtà torinese – spiega il manager bolognese – semplicemente, il gruppo che ha sede a Lione, acquisendo anche realtà come la Fiera di Padova, ha preferito non sovrapporre gli eventi nella sua fittissima agenda futura». Certo è che la notizia, planata sulla città proprio nel momento in cui la Regione dovrebbe fare la propria offerta per i muri del Centro Fiere, è destinata a sparigliare gli accordi. Soprattutto perché per molti quel contratto era come se fosse stato già firmato. In realtà, neanche per gli eventi di Padova e Bologna si è già arrivati alla stretta di mano finale, ma certamente per Torino si sa che i francesi non torneranno più sui propri passi. Il tutto, mentre l’assessore al Patrimonio e al Bilancio della Regione Paolo Peveraro sta attendendo da Siti (Istituto superiore sistemi territoriali) presieduto dall’ingegner Roscelli la valutazione – anzi, un «range di valutazione», come ha spiegato ieri il professore – così da valutare se l’affare si potrà o meno chiudere. «Fra qualche giorno – ha spiegato ieri il vicepresidente della Regione Peveraro – avremo in mano la stima del valore dell’immobile. Noi restiamo interessati all’operazione, ma anche un po’ sorpresi dalla mossa del gruppo Gl: qualcuno infatti potrebbe pensare che è un brutto segnale per Torino, una direzione opposta allo scopo per cui vorremmo subentrare a Cazzola nel mutuo di Lingotto Fiere». Il patron di Promotor sgombra il campo da ogni dubbio: «Torino non è assolutamente passata in subordine perché considerata una piazza meno competitiva. Gl tutto non avrebbe potuto prendere, e adesso per gli enti locali si ripresenta l’occasione di riunificare sul serio la gestione del Lingotto». Parole completamente condivise dal sindaco Chiamparino: «E’ tanto che parliamo di ricondurre a pochi soggetti il buon funzionamento del condominio Lingotto: il fatto che i francesi si siano fatti da parte costituisce un’opportunità: prima di tutto non saremo più costretti ad andare a Lione per decidere gli eventi. Poi, se Gl fosse diventata la proprietaria unica dei marchi, avrebbe pure potuto decidere un giorno di portarseli via». Una cosa è certa: né il Comune, né la Regione sono interessati ad acquistarli: «Non vogliamo certo diventare i gestori del Lingotto Fiere» ha ribadito ancora ieri la presidente della Regione Bresso. E così, nel giro di 48 ore, sono cambiate due carte fondamentali per la lettura del futuro del Lingotto: Fiat non vende più i muri del Centro Congressi (impegnandosi a rinnovare la struttura), e Gl Events non acquisisce più i marchi del Salone del Vino, Expocasa, Ideasposa e Restructura. Una notizia, quest’ultima, che ha spiazzato anche il direttore di Olympic Park Paolo Bellino: «Avrei dovuto incontrare i francesi qualche settimana fa: ecco perchè non se n’è fatto più nulla». Che sarà di quei 70 mila metri quadri di area fieristica un tempo valutati attorno ai 55 milioni di euro? «Lo decideremo in tempi brevi – risponde Peveraro – entro pochi giorni ci sarà la nostra risposta definitiva». E i marchi? «Il no dei francesi non inciderà per nulla sulla nostra scelta». (4-continua)

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