
Costellazione Apulia avanza verso lo sviluppo
Finalmente un’iniziativa concreta per incentivare sul territorio uno sviluppo industriale ecosostenibile e responsabile. Questo il tema del forum organizzato tenuto ieri in Fiera del Levante e oggi a Villa Romanazzi dal Consorzio Costellazione Apulia, intitolato “Lo scambio di esternalità: una nuova pratica della Responsabilità Sociale d’Impresa. Presentazione dei risultati del progetto “Avanzare””. Al convegno hanno preso parte, fra gli altri, Francesco Surico, per l’Assessorato allo Sviluppo Economico, Vito Manzari, Presidente Costellazione Apulia, Franziska Breyer, responsabile ambiente ed energia della città di Friburgo – Germania, e Massimiliano Varriale, Responsabile energia WWF, moderati da Roberto Lorusso, responsabile del comitato di regia del progetto “Avanzare”. Il Consorzio Costellazione Apulia nasce nel 2001, ad opera di alcuni giovani imprenditori pugliesi, attenti ai problemi sociali, economici ed ambientali del territorio, e conta oggi più di 65 imprese. Al centro del convegno gli obiettivi raggiunti dal progetto “Avanzare”, condotto dal Consorzio insieme al Politecnico e all’Università degli Studi di Bari: in primo piano la realizzazione del primo portale informatico che consente lo scambio di esternalità tra imprese. ” Le esternalità sono risorse rimaste inutilizzate dall’impresa”, spiega Manzari, “diventano positive se trovano riutilizzo, negative in caso contrario. In questo modo anche gli “sprechi” sono realtà potenzialmente positive, in quanto spazi ed energie ritrovati”. L’idea è quella di stabilire una rete di relazioni no profit per ricavare degli utili attraverso lo scambio gratuito di esternalità, contenendo in questo modo il consumo di risorse e la produzione di rifiuti. Si cerca, così, di promuovere un cambiamento culturale nelle imprese, al fine di diffondere valori etici e di responsabilità nella gestione dell’azienda. “Quello attuale è un modello di crescita economica senza limiti non più sostenibile”, denuncia Varriale, “siamo in una condizione di sovrasfruttamento degli ecosistemi: ogni anno anno consumiamo quello che la natura crea in 400 anni. Purtroppo c’è un grave ritardo nella percezione della gravità di quello che sta accadendo; noi abbiamo la possibilità e la responsabilità di fare qualcosa”. Ecco, allora, che questo progetto può e deve innescare un circolo virtuoso, riutilizzando in maniera proficua le energie quotidianamente “sprecate” al margine dei processi produttivi. Ma l’innovazione tecnologica da sola non basta: deve essere accompagnata da un forte rinnovamento a livello sociale e culturale. “Avanzare” come “scarti” quindi, ma anche e soprattutto come “passo in avanti” verso una maggiore sensibilità ed attenzione ai bisogni del territorio, e verso un’idea di sviluppo economico che non coincida necessariamente con la logica del profitto.