
La Fiera spa parte dal super manager
Maurizio Castro. È lui l’uomo d’oro di Fiera Vicenza Spa, il braccio operativo di un consiglio di amministrazione ora così snellito da far sembrare deserta la sala consigliare della nuova società. Sono questi i due scenari di Via dell’Oreficeria dopo la prima riunione del Cda che ieri ha ufficializzato la nomina del supermanager a direttore generale. Le intenzioni sono quelle di rimettere sui binari giusti la locomotiva Fiera, di accelerare il passo nel mercato globale puntando sui servizi alle imprese, sul marketing e naturalmente sulla rappresentatività del core – business, il comparto orafo. Se da una parte il profilo di Castro, – 17 anni di dirigenza in vari settori del colosso Electrolux- Zanussi tanto per citare una voce del suo imponente curriculum – sembra ad hoc per l’operazione, dall’altra il suo lavoro sarà facilitato dalla compattezza del Cda. Il quale si presume prenderà decisioni ponderate ma veloci, grazie al fatto che la Spa ha ridotto ad uno i due organi decisionali (giunta e consiglio) dell’ormai congedato Ente Fiera, portando a 7 i 37 consiglieri. «Ognuno dei quali avrà una delega per ogni settore operativo» ha assicurato il neo presidente della Spa Dino Menarin, presentando la squadra al completo: Michele Amenduni, Sergio Rebecca, Manuela Dal Lago,, Valentino Ziche, Diego Meggiolaro e Enrico Hullweck. Tutti presenti ieri all’incontro con la stampa, sindaco a parte ma giustificato da un impegno inderogabile in prefettura con i sindacati per la travagliata vicenda Aim. Se proprio si vuol giocare di parallelismi, si può dire invece che la lunga vicenda della trasformazione della Fiera in Spa è finalmente conclusa. Anche se i volti dei consiglieri non sono di certo nuovi (erano tutti nel vecchio consiglio), è lo stesso neo-direttore, lui sì vera novità tanto da non avere avuto nessun precedente incarico in campo fieristico, a lanciare lo slogan per la nuova rotta: «Gestire al massimo con la tradizione è il massimo dell’innovazione». E se la scelta è ricaduta su Castro una buona parte l’ha giocata anche il fatto che il manager, vera autorità nel campo della gestione delle imprese, affronti un settore per lui tutto da scoprire. «Abbiamo considerato che un direttore con la mente assolutamente sgombra da preconcetti possa essere particolarmente innovativo e progettuale», ha confermato Menarin, abbozzando le linee guida della società: «Le Fiere sono la nuova frontiera della presenza industriale, il loro obiettivo è di accompagnare le imprese». Non aggiunge molto altro il presidente, se non che sono già pronte le carte per l’allargamento della struttura e che ci saranno delle novità sui settori da mettere in vetrina, «perché bisogna esplorare altri fronti anche se l’oro rappresenta l’80\% dell’attività». E che quindi Fiera di Vicenza vuol dire comunque ancora Vicenzaoro, anzi di più: «Deve rappresentare l’oro italiano a livello internazionale» ha sottolineato Menarin, aggiungendo che «proprio per questo, anche se non c’è nessun orafo nel cda perché i campi da esplorare sono molti, saranno loro i protagonisti della loro manifestazione». E questo a cominciare dal prossimo appuntamento del 12 maggio con Vicenzaoro Spring – forse l’ultimo in primavera, visto che il cda sta già pensando il tema di ridurre a due i tre appuntamenti annuali. Rassegna che non avrà avvenimenti altisonanti «ma sarà momento d’incontro con gli orafi – ha concluso Menarin – ai quali diremo: siamo qui a lavorare per voi». Pietro Rossi