
Censer, sulla fiera la parola ai soci
Il Censer sotto la lente di ingrandimento dei soci. Il bilancio consuntivo che dovrà essere approvato dal Comune, dalla Provincia, dalla Camera di commercio e dalla Regione presenta un indebitamento pari a oltre un milione e mezzo di euro, anche se l’effettivo deficit è di 700mila se si tiene conto dei fondi di Urban fermi per il momento in Banca d’Italia, in attesa di chiarire la destinazione con il Comune. In cassaforte sono chiusi circa 2 milioni e mezzo di euro che sulla base di un accordo politico del 2005, il Censer avrebbe dovuto girare al Comune per la realizzazione del passante nord. Ora il presidente della società fieristica Luigi Osti non riconosce quell’accordo, ritenendo che i soggetti interessati non l’avessero a suo tempo firmato, ma che ci fosse solo un verbale agli atti. In effetti una parte di quel contributo servirebbe al Censer per pagare l’ammortamento dei mutui contratti per alcune opere finanziate dalla Regione, che a sua volta non verserebbe il contributo fino a quando la società non dimostrerà di poter sostenere economicamente i suoi debiti. La soluzione sembra però essere stata trovata. Il Censer incassa ugualmente i soldi di Urban, risanerebbe il suo passivo in modo da incamerare anche i fondi regionali e poi rigirerebbe una somma al Comune per il passante. Una partita di giro complessa che rischiava di ingessare il bilancio della società e pure le opere pubbliche di Palazzo Nodari. Risolta questa partita il presidente, che comunque sul bilancio consuntivo ha ottenuto il parere positivo dei revisori dei conti, dovrà affrontare con i soci anche la proposta di affitto del ramo d’azienda della divisione fiere a Rovigo Expo, la società nata nel 2005 da un’intesa tra Camera di commercio, Regione e associazioni di categoria per la gestione degli eventi. Attualmente, però, al capitale partecipano solo l’ente camerale con 150mila euro e la Regione con 300mila. Le associazioni e Verona Fiere non rientrerebbero in questa fase nel progetto, ancora perplesse sulla sostenibilità dell’operazione. La Camera di commercio ha presentato un’offerta di affitto di 175mila euro, mentre il Censer ne pretenderebbe almeno 300mila, anche se il problema reale diventerà il costo della gestione stessa delle fiere: solo per la Campionaria per allestimenti, pubblicità e personale si spendono circa 200mila euro. Manca dunque un piano industriale, manca soprattutto un’idea chiara sull’argomento da parte dei soci. Il sindaco Fausto Merchiori minimizza la questione affermando che si tratta di una prospettiva della quale si parla da tempo. «Abbiamo già fatto incontri anche con il Censer e la Provincia, ma non credo che si discuta di questo domani (oggi per chi legge, ndr.). La situazione era congelata momentaneamente e credo che questo allarme sia una boutade». Se gli si chiede quale sia la posizione del Comune, la sua risposta è che «siamo in fase di valutazione». Stessi toni anche da parte del presidente della Provincia Federico Saccardin. «Non abbiamo assunto alcuna decisione, stiamo solo facendo delle riflessioni. Bisognerà approfondire le condizioni e gli aspetti di carattere finanziario». Federica Broglio