
Guglielmi: «Le fiere agiscano contro i copiatori»
Tempi duri per le fiere europee che hanno spazi sempre più "ospitali" per i cloni asiatici. In queste fiere passa gran parte della contraffazione del made in Italy e nessun accordo tra governi e associazioni può impedirlo perché gli enti organizzatori rifiutano ogni responsabilità sui danni provocati dai prodotti contraffatti esposti. Adesso però dovrebbero arrivare normative che stabiliscono la corresponsabilità nelle violazioni della proprietà intellettuale rilevate alle fiere. Lo annuncia al Sole-24 Ore Carlo Guglielmi, presidente di Assoluce e di Fontana Arte, in occasione del Salone internazionale del mobile e di Euroluce.
«Adesso basta. Chiediamo che siano colpite sia le fiere sia i portali che gestiscono l’e-business collegato. Con una richiesta che Indicam, di cui sono presidente, ha espresso con decisione a Giovanni Kessler, alto commissario per la lotta alla contraffazione, stiamo per raggiungere uno risultato importante e cioè delle normative per colpire chi come ente fieristico o portale, gestisca degli spazi reali o virtuali dove si presentano in esposizione o in vendita prodotti contraffatti».
Il problema della contraffazione è sempre stato al centro di pesanti polemiche: da qualche anno Fiera Milano International ha creato un Comitato per la tutela della proprietà intellettuale con 4 avvocati a disposizione degli espositori che rilevino copie di prodotti e contraffazione. Giovanni Casucci, fondatore del Comitato e consulente ufficiale del commissario Kessler, aveva proposto di replicare l’iniziativa anche nel Salone del mobile ed Euroluce. «Eravamo favorevolissimi – sottolinea Guglielmi – ma non se ne è fatto niente. Devo dire però che nei nostri saloni la presenza di asiatici è estremamente ridotta al contrario dei saloni espositivi europei».
Con una motivazione precisa all’origine: ormai in Germania e in nord Europa di fabbriche nel settore della casa ne sono rimaste molto poche e a dettare legge sono gli importatori tedeschi e olandesi che fanno fabbricare in Cina copie di prodotti italiani, francesi, spagnoli. Fa eccezione la Francia: in occasione del salone Maison et Objects 2006 l’azione promossa da Flos contro un clone – l’ennesimo – della lampada Arco ha registrato una rapida pronuncia del tribunale francese che ha imposto una multa di 30mila euro all’importatore portoghese.