Rassegna stampa

«Fiera, prima la fusione e poi la Borsa»

Holding regionale delle Fiere con destinazione Borsa. Se il di-segno della regione per rilancia-re il sistema degli expò emiliani andrà in porto la sfida con Mila-no si giocherà ad armi pari: di-rettamente sul listino di Piazza Affari. Ad anticiparlo è l’asses-sore regionale al-le Attività Pro-duttive, Duccio Campagnoli, che il mese scor-so ha promosso l’ingresso di Via-le Aldo Moro nel capitale del-le società fieristi-che di Bologna, Rimini e Parma. Sembra un progetto ambi-zioso ma è rea-lizzabile? «Stiamo cer-cando gli advi-sor per avere un supporto di ana-lisi sulla base del quale impo-stare il dialogo con gli enti loca-li. L’idea è quella di dare vita ad una società unificata, una hol-ding che serva a confrontarsi con i mercati finanziari. Cioè ad andare in Borsa. Questo pro-getto implica la fusione in un unico polo delle tre società fieri-stiche. I problemi ci sono data la diversità delle strutture so-cietarie. Parma e Rimini sono all’80% pubbliche, Bologna in-vece è per il 43% di Comune, Provincia e Camera di Commer-cio, per il 20% dei privati e per il resto delle associazioni impren-ditoriali ». A che serve la holding? «A fare il salto di qualità. Il si-stema fieristico emiliano ha un volume d’affari importante è il secondo d’Italia dopo Milano, ma per farlo fun-zionare al me-glio delle sue po-tenzialità va in-tegrato. Abbia-mo tre fiere alta-mente specializ-zate che insie-me realizzano l’85% delle esposizioni regiona-li ma che non presentano so-vrapposizioni. Parma è concen-trata sull’alimentare (con Ci-bus e Cibustech), Rimini è foca-lizzata sui servizi al turismo e sull’alberghiero e Bologna sul-l’edilizia e sulla meccanica». Ci saranno resistenze? «Le resistenze ci sono perché non c’è una chiara comprensio-ne dei problemi. Il sistema fieri-stico emiliano, ma non solo quello, soffre di eccesso di mu-nicipalismo. Per questo voglia-mo dotarci di un supporto di analisi e convincere gli enti lo-cali che una piattaforma comu-ne è un’opportunità di svilup-po per tutti. Un esempio della mancata collaborazione tra en-ti locali è il naufragio del polo dei servizi. Non ci sono motivi nè imprenditoriali nè economi-ci per non realizzare l’integra-zione tra Hera e la vicina Enia». Che ruolo intende giocare la Regione, quello di prorietario? «Abbiamo deciso di rilevare quote di minoranza nei tre expò per svolgere un ruolo pro-positivo. Per aprire un confron-to con gli enti locali al fine di promuovere lo sviluppo del si-stema fieristico e il suo salto di scala. Le quote passeranno alla Regione solo dopo aver chiari-to quale progetto realizzare». Ha in mente una holding co-me quella proposta da Kpmg per gli aeroporti? «Sono due progetti che van-no analizzati insieme. Secondo un recente studio della Bocco-ni uno degli handicap più gravi del sistema fieristico emiliano è la mancanza di scali per le li-nee internazionali. È logico stu-diare congiuntamente un mo-do per risolvere questi proble-mi ». E se il progetto della holding dovesse fallire? «Rimane in piedi l’ipotesi più soft quella di rete. La collabora-zione va cercata su diversi fron-ti: sull’internazionalizzazione, sull’organizzazione delle mani-festazioni, gli allestimenti e la promozione. Bisogna unirsi per realizzare sinergie di scale e di costi. Per risparmiare e per realizzare investimenti comu-ni, per esempio all’estero». Tanto d’affare solo per batte-re la concorrenza di Milano? «Credo che con Milano vada trovato un armistizio, una pace che renda possibile condivide-re regole di convivenza. Se si pone fine ai conflitti è possibile immaginare un consolidamen-to. Lo scenario futuro a livello nazionale è quello di tre poli fie-ristici: Milano, l’Emilia-Veneto e Roma». Le fiere italiane dovrebbero collaborare invece di farsi con-correnza? «Credo che il Governo debba intervenire per fare si che al-l’Expo 2010 in Cina il padiglio-ne italiano sia un vanto di tutte le fiere non solo di una. Un al-tro esempio è Shangai, che è dei tedeschi perché invece di venire ospitati non ne prendia-mo un pezzo?». Quali sono i rapporti con fie-re di Roma? «Sia Parma sia Rimini orga-nizzano manifestazioni a Ro-ma: penso che ragionando a li-vello di sistema si possa realiz-zare un’alleanza più stretta». Roberta Scagliarini CONCORRENTE Credo che serva un armistizio con Milano

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