Rassegna stampa

RIMINI FIERA VERSO NUOVE SFIDE

CNA Rimini è uno dei maggiori soci privati. Nel 2009 la quotazione in borsa, mentre si lavora al polo regionale. La Fiera di Rimini esiste ormai da oltre mezzo secolo ed è una realtà consolidata sia sul mercato italiano che su quello internazionale. Oggi l’assetto societario è formato da Comune di Rimini, Provincia di Rimini e CCIAA (soci pubblici) con quote eguali e per il restante 15% da soci privati (Promotor International; G.p.s.; Impregilo Edilizia; CNA Rimini; Banca Opi; Aia Ass. Italiana Albergatori Rimini; Confcommercio Rimini; Confesercenti Rimini; Cbr Cooperativa Braccianti Riminese; Confartigianato Rimini; Cassa di Risparmio Rimini; Fondazione Cassa di Risparmio Rimini; Banca Malatestiana; La Splendor Adriatica; Camst; Compagnia delle Opere di Rimini; Acimac; Api Associazione Piccole e Medie Imprese di Rimini; Confindustria Rimini; Lega delle Cooperative della Provincia di Rimini). Rimini Fiera SpA chiude l’anno con un preconsuntivo di 57,3 milioni di euro (+ 6.7% sul 2004, anno di comparazione utile per la presenza delle stesse manifestazioni biennali). Il mol 2006- margine operativo medio – è aumentato del 2,4% sul 2004 e raggiunge i 21,2 milioni di euro. Il Presidente Lorenzo Cagnoni crede nella forte pulsione competitiva di Rimini Fiera: “Negli ultimi anni – spiega Cagnoni – mentre la domanda è rimasta stabile, l’offerta ha subito processi di diversificazione profonda. Sono sorti molti quartieri importanti (Roma e Milano in primis). Ed è indubbio che questo è un gap notevole e che ci sia un forte conflitto tra domanda e offerta”. Come aumentare la competitività? Da qualche tempo si parla di formare un polo regionale tra le fiere. “Per decenni – risponde il Presidente – le fiere hanno vissuto di rendita. Bastava che il bilancio avesse il segno positivo. Oggi ci si rende conto che la competizione è più forte e la concorrenza è più agguerrita, per cui diventa fondamentale avere la capacità dinamica di imbastire rapporti e relazioni. Creare un polo regionale è diventata una specie di necessità per i quartieri dell’Emilia Romagna che vogliono avere più potere per partecipare al rafforzamento del mercato in senso più dinamico. Credo che in particolare possa essere interessante il rapporto tra Rimini e Bologna”. Per quanto riguarda la privatizzazione (iniziata nel 2001) Rimini Fiera ha permesso l’ingresso di soci privati fino al 15%. Ma con l’entrata in borsa di (si ipotizza nel 2009) avrà inizio la seconda fase della privatizzazione in cui il privato coprirà il 49% ed il pubblico 51%. Tra i primi soci privati c’è CNA Rimini che nel 2004 ha costituito la società FieraInvest SRL (con partecipazione di un milione e 850 mila euro, pari al 1,13% di azioni). Il direttore di CNA Salvatore Bugli conferma le sue scelte: “Siamo convinti sostenitori e parte attiva della Fiera. Adesso si tratta solo di riuscire a mantenere la competitività iniziale”. E sul polo regionale? Il Direttore CNA pensa che sia un importante passaggio da valutare: “Mettersi assieme è un obiettivo interessante e mi pare che ci siano le premesse perché ciò sia possibile. Questo genererà valore aggiunto per la fiera”.

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