
Facchinelli: così ho risanato Trento fiere
TRENTO. Un’audizione tutta tesa rivendicare i propri meriti di risanatore, quella fatta ieri da Claudio Facchinelli, presidente di Trento fiere, in commissione bilancio del Comune alla presenza degli assessori Maurizio Postal e Lucia Maestri. Oggi la società, dopo aver inglobato Trento expo gravida di debiti, è stata ripulita dai cascami della passata gestione ed è florida, con immobili di proprietà che sono privi di ipoteche. Attualmente la sede di via Bomporto supera l’aumento di capitali fatti in passato. «Quando venni chiamato come risanatore la giunta mi chiese di mantenere i mercatini natalizi, la Casolara e la fiera dell’agricoltura. Io cominciai a tagliare le spese superflue. Per cui è sbagliato dire, come talvolta si fa, che il Comune ha buttato dei soldi dentro Trento fiere». La partecipazione del Comune è di un milione di euro. Facchinelli spiega che la seconda mission che gli venne affidata consisteva nel rilanciare le manifestazioni esistenti, e lui pose come condizione che fossero «economicamente sostenibili». «E ci siamo riusciti. Oggi i mercatini natalizi sono un fenomeno, e le fiere funzionano, perché sono tornate di moda le campionarie. Vengono visitate anche da 32mila persone. Idea Casa ha raggiunto le 20mila presenze. Riva Expo Schuh si ferma a 6mila. Il centro fieristico, tutto ristrutturato, vale 60 milioni. E il secondo piano è stato interamente affittato all’Azienda sanitaria, in quanto i piani superiori di una fiera in genere sono meno appetibili». Filippin (Lega) ha accusato la Provincvia di voler puntare su Riva e di trascurare Trento. «A Trento – ha detto Facchinelli – non regge il mercato delle fiere business to business, mentre c’è spazio per fiere popolari. Anche se il settore è in calo, visto la crescita di internet e la minore disponibilità delle aziende a parteciparvi. Lo Smau di Milano che a metà degli anni Novanta era un grande evento si è molto ridimensionata. E la società che gestisce la fiera milanese perde 40 mila euro a semestre. Insomma, è un settore molto duro». (c.ve.)