Rassegna stampa

«Potenzieremo l’attività fieristica a Gorizia»

di Francesco Fain «Gorizia deve giocare all’attacco. Non deve chiudersi in una cittadella che si presume assediata ma aprirsi alle alleanze regionali, in maniera tale da regalare un futuro certo alla città». È il messaggio che lancia Maurizio Tripani, da un anno direttore di UdineGorizia fiere spa. Il suo è un’osservatorio privilegiato sulla città e sulla possibilità di crescita. Tripani, facciamo un primo bilancio dell’attività svolta come direttore di UdineGorizia fiere spa? È stato un anno molto importante che mi ha dato molte soddisfazioni sotto il profilo professionale e che ritengo abbia segnato un’importante svolta nel mondo fieristico regionale per i due significativi obiettivi raggiunti. Quali? La costituzione di Unionfiere Fvg e la raggiunta intesa fra la Camera di commercio di Gorizia e quella di Udine che ha consentito la creazione della nuova società UdineGorizia fiere spa. Lei è stato nominato anche segretario generale di Unionfiere Fvg. Come vive questa responsabilità di far dialogare i vari poli fieristici? In questo delicato compito sono spronato dalla volontà e dalle strategie dell’assessorato regionale all’Attività produttive che, così come per altri settori importanti dell’economia regionale, anche per le fiere ritiene necessario fare sistema all’interno del Friuli Venezia Giulia. Un impegno che i tre presidenti Cardin (Pordenone), Bronzi (Trieste) e Zanirato (Udine-Gorizia) hanno fatto proprio, pur nella necessaria gradualità che questi processi comportano. È comunque per me, da goriziano, un grande onore poter mettere al servizio di questo progetto regionale la mia esperienza acquisita in 20 anni di attività professionale. Di questo, devo ringraziare la Camera di commercio di Gorizia che mi ha dato l’opportunità di sviluppare competenze maturate via via nel tempo. Lei ha anche lavorato come segretario all’Ascom isontina con l’allora direttore Antonio Scarano. Era il 1982. Come era la realtà di allora? E cosa si porta dietro da quell’esperienza? Beh, devo riconoscere che Antonio Scarano è stato un grande maestro non solo sotto il profilo professionale. Anche se allora da giovane alle prime armi e alle prime esperienze avevo con lui un rapporto dialettico spesso segnato da modi diversi di affrontare le cose, nel tempo ho potuto ritrovare nella sua grande cultura e nella sua capacità nei rapporti umani un qualcosa di unico che mi ha profondamente segnato in tutto ciò che ho potuto fare dopo. Ha constatato differenze fra le realtà goriziana e quella udinese nel suo primo anno di attività a Udine? Gorizia e l’Isontino sono, per certi versi, un piccolo compendio della più grande realtà regionale. Per questo, credo che un goriziano possa trovarsi a casa propria ovunque in regione. Noi goriziani siamo, infatti, un pò giuliani, un pò veneti, un pò friulani e – grazie alla presenza della comunità slovena in città – anche aperti alle diverse culture. In questo senso, ho subito trovato a Udine qualcosa di familiare anche perché sono figlio di madre friulana e il friulano l’ho sentito parlare sin da piccolo in casa. A Udine, sono stato accolto con grande disponibilità e il presidente Zanirato in particolare mi incoraggia e mi stimola quotidianamente. Con gli amministratori della società, mi ha messo nelle condizioni di poter fare una, credo, positiva azione alla direzione generale della spa. Parliamo del programma fieristico 2007? Sarà un 2007 molto impegnativo. Abbiamo in programma 22 manifestazioni fieristiche fra Udine e Gorizia. Senza contare gli innumerevoli convegni ed eventi che si svolgeranno nel centro congressi e nei padiglioni espositivi. Lavorare su due quartieri fieristici in settori molto diversi fra di loro (dall’agricoltura alla moda, dall’innovazione tecnologica all’enologia, dall’arredamento al regalo natalizio) vuol dire aggiornarsi continuamente e vivere in sintonia con il mercato e con le aziende che di questo business sono le protagoniste. Ma al centro della nostra azione c’è sempre il visitatore che deve trovare servizi sempre più all’altezza, facilità d’accesso al quartiere, eventi sempre nuovi e proposte interessanti. In città, qualcuno ha paventato che l’accordo con Udine portasse a un impoverimento della fiera. Gorizia manterrà un suo ruolo? Se Gorizia potrà mantenere un ruolo nel settore fieristico e se, più in generale, la nostra regione potrà giocare la sua partita fra le fiere in Italia, ciò potrà realizzarsi proprio grazie alle lungimiranti alleanze che si sono messe in campo. Ciò che, a prima vista superficiale, può apparire come una riduzione di autonomia, in realtà è l’unica strada per mantenere alle realtà più piccole un loro segmento di mercato. Gorizia, in questo, ha sempre saputo anticipare i tempi e proprio per le ragioni che ricordavo all’inizio non ha mai vissuto con le altre realtà regionali vere e proprie contrapposizioni ma ha sempre trovato alleanze. Il futuro è continuare a giocare in attacco, aprendosi al nuovo e non chiudendosi in una cittadella che si presume assediata. D’altra parte, fare fiere è la continuazione dell’antica piazza del mercato: quindi, attrattiva, aperta e punto d’incontro. Mittelmoda continuerà ad essere la manifestazione di punta di Gorizia? Mittelmoda sintetizza proprio questo ruolo goriziano di crocevia e di capacità di sintetizzare, pur in un piccolo contesto, eventi di grande qualità. Sono certo che saranno create le condizioni anche in futuro perché Mittelmoda e altre iniziative di prestigio trovino adeguata location in città. E ciò si potrà più agevolmente fare rafforzando ancora di più le allenze strategiche regionali.

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