Rassegna stampa

Società partecipate, i cda “dimagriscono”

Sarà gratuita l’opera di presidenti, sindaci, assessori e consiglieri comunali e provinciali che comporranno i consigli di amministrazione di società partecipate dall’ente che rappresentano. Da subito. Mentre sono destinati a dimagrire i Cda delle società interamente pubbliche o miste. Come Net, Cafc, A&T 2000, Csr. Questi due tra gli effetti della Finanziaria nazionale, già in vigore che contiene le norme che puntano alla riduzione della spesa pubblica. Norme che ieri sono state sviscerate durante un convegno a villa Manin, organizzato dalla Regione e dall’Anci – associazione nazionale dei Comuni italiani – per illustrare la Finanziaria nazionale e regionale. Gli amministratori locali nominati anche in società di cui l’ente detiene quote, insomma, non potranno scegliere quale indennità ricevere. E non sarà la Regione a dover recepire questa norma creando una legge ad hoc, ma saranno le società a doversi adeguare. «La normativa è cogente – ha spiegato ieri il deputato della Margherita Flavio Pertoldi, già presidente regionale dell’Anci – e non entra nel merito delle autonomie locali, bensì nella riduzione della spesa pubblica. Un criterio che percorre il cammino di maggiore efficienza ed efficacia». Sarà più complicato, invece, il percorso che dovrà portare alla riduzione delle poltrone nei Cda di società pubbliche o miste. Anche in questo caso saranno le singole società a doversi adeguare. La manovra fissa a 3 il numero massimo dei componenti del Cda delle società partecipate interamente, anche in via indiretta, dagli enti locali. I consiglieri potranno arrivare a 5, invece, per le società con capitale interamente versato, pari o superiore a una soglia che deve ancora essere stabilita e che sarà determinata entro tre mesi con decreto del presidente del consiglio dei ministri. A doversi adeguare saranno diverse partecipate friulane, come la Net, municipalizzata che si occupa di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti. Il Cda è formato da 4 componenti e il presidente Antigono Frangipane assicura: «Il problema sarà del Comune e comunque il Cda è in scadenza e nei prossimi mesi andrà rinnovato». Nessuna difficoltà a ridurre il consiglio per Alessandro Colautti, presidente del Cafc, spa con 73 soci tra Comuni e Provincia di Udine e 7 componenti del Cda. «Stiamo cercando di capire se dover arrivare a 3 o 5 – commenta Colautti – e comunque ci adegueremo senza dover nemmeno modificare lo statuto, che prevede un Cda tra 0 e 7 componenti». Dovrà modificare lo statuto, invece, il Csr, consorzio per la raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti nella Bassa friulana con 35 soci-Comuni e un cda a 9. «Stiamo definendo il da farsi – commenta il presidente Elio Di Giusto -, anche attraverso assistenza giuridica, e poi saranno i soci a doversi accordare». Non dovrà cambiare lo statuto, invece, la società che si occupa del ciclo del rifiuti per il Friuli centrale, l’A&T 2000 con 5 componenti nel Cda e 29 Comuni-soci. «Attendiamo il decreto e poi sapremo se siamo nella soglia per mantenere i 5 componenti oppure no – commenta il presidente Nicola Turello – e poi l’assemblea deciderà cosa fare». Tra i Cda in regola c’è invece l’Exe, società per il trattamento dei rifiuti la cui maggioranza è detenuta dalla Provincia di Udine, che raccoglie 3 componenti. Capitolo a parte per le società miste dove invece non potranno essere più di 5 i componenti del Cda designati dai soci pubblici locali. Tra queste c’è “Udine e Gorizia Fiere spa”, società con un Cda di 19 componenti. Anna Buttazzoni

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