
Bianche fiere per milionari
«Sono riuscito a inventare la pura porcellana bianca di qualità almeno uguale a quella cinese». Così Johann Friedrich Böttger, alchimista alla corte di Augusto il Forte, annunciava nel 1709 al Re di Polonia di avere finalmente scoperto la formula per produrre quel materiale bianco e trasparente, fragile ma non scalfibile neppure dall’acciaio, la cui composizione era gelosamente tenuta segreta dai cinesi. Subito è posto a capo della manifattura di Meissen nella fortezza di Albrechtsburg, presso Dresda, dove comincia a essere utilizzato il caratteristico marchio con le due spade blu incrociate che tuttora ne contraddistingue la produzione. Soltanto in parte gli esemplari modellati sono destinati alla reggia; alcuni pezzi in "grfine" già nella primavera del 1710 si possono acquistare alla Fiera di Lipsia. E come tilizzato il ricavato? Semplicemente per acquistare altra porcellana poiché nel 1717 Augusto il Forte decide di far costruire un Palazzo dove tutto, dai mobili alle pareti, ai ninnoli abbricato con questo materiale tanto pregiato da essere denominato oro bianco, ma per realizzare la gigantesca impresa occorre un fiume di denaro.
Il sovrano, come tanti altri suoi "colleghi", sognava inestimabili tesori di diamanti, oro e argento. Per questo aveva convocato a Dresda il diciannovenne alchimista di Wittenberg che gli aveva assicurato di poter ricavare oro dal comune metallo. Ma tutti i suoi esperimenti falliscono miseramente nonostante le giaculatorie elevate al cielo dal popolo sassone e l’estro inventivo del giovanotto si indirizza verso un’altra grande passione del Principe Elettore: la porcellana. Delicata, quasi trasparente e ornata di squisite decorazioni, proveniva dal Giappone o dalla Cina, ed era quasi impagabile per la sua costosa produzione e per i lunghi tragitti che il suo trasporto comportava. Augusto ben presto ne ssessionato, al punto da commissionare all’orefice Johann Melchior Dinglinger un servizio da tn oro tempestato di pietre preziose ma decorato in modo che le tazze sembrino di porcellana: creato nel 1703 ggi uno dei pezzi pregiati della Grünes Gew, la "volta verde" che racchiude la collezione reale di gioielli. Le prime forme di Meissen si ispirano all’argenteria dell’epoca. Sono ricchissime di applicazioni di maschere, rami fioriti, foglie di acanto e i colori variano dall’azzurrino al turchese, ma grazie alla direzione di J.G. Horoldt, succeduto a Ber, le tecniche si perfezionano, mentre l’arrivo, nel 1830, di Johann Gottlieb Kirchner, l’anno successivo affiancato da Johann Joachim Kler, fa segnare il periodo di maggiore splendore per le figurazioni plastiche, dando il via a un genere, imitato dalle altre fabbriche europee, che si ispira a maschere della Commedia dell’Arte. Sono creazioni che oggi vanno a ruba, ma se l’offerta bbondante per gli esemplari di qualità media diventa scarsa per quelli di elevato livello qualitativo e quando accade il prezzo sale alle stelle. È il caso del vaso con coperchio e decorazioni d’argento dorato che, regalato nel 1725 da Augusto il Forte a Vittorio Amedeo II re di Sardegna, nel ’98 tato venduto da Sotheby’s a Londra per 199.500 sterline, e soprattutto del modello in porcellana bianca, raffigurante una volpe, che Christie’s ha aggiudicato nel marzo 2002 per 1 milione di sterline, così come dei due aironi che l’anno scorso a Parigi la medesima casa d’aste ha battuto per 5,6 milioni di euro. Ai due ceramisti era stato affidato il compito di creare anche sculture di animali con dimensioni dal vero destinati a impreziosire i saloni del Palazzo Giapponese. E dalle loro mani escono autentici capolavori. Come la coppia formata da un leone e da una leonessa, che ancora Christie’s porrà in aggiudicazione domani a Londra con una stima compresa tra 5 e 7 milioni di euro. È documentato che di queste sculture, databili al 1732 e attribuite a Kirchner, esistono altri esemplari, due dei quali conservati a Dresda nel Palazzo Zwinger. Quelle in vendita a Londra sono poste in aggiudicazione per conto dei discendenti della famiglia Wettin, eredi della Casa Reale di Sassonia. Sono state rimosse dalla residenza principesca dopo la Seconda guerra mondiale, quando, a seguito dell’occupazione sovietica della Germania dell’Est, tutti i beni furono confiscati. Soltanto nel 1999, insieme con molti altri preziosi oggetti d’arte, sono rientrate in possesso dei legittimi proprietari.