Rassegna stampa

Fiera di Macomer 2006, il bilancio è positivo

MACOMER. Chiusi i cancelli della edizione 2006 della Fiera della Sardegna Centrale, si azzardano i primi bilanci. C’è viva soddisfazione tra gli organizzatori e gli amministratori comunali per una edizione che ha visibilmente riscosso successo, anche se, questa è la valutazione generale, è mancato molto il coraggio a coloro ai quali la Fiera era diretta. Si tratta dei commercianti di Macomer che, sebbene fossero in maggior numero che nelle edizioni passate, non hanno espresso il massimo delle loro potenzialità. Si calcola che abbiano visitato la rassegna tra le 15 e le 20.000 persone, anche se, come dice l’assessore al commercio Paolo Trogu, bisognerà fare un analisi più approfondita di come è andata. Un fatto è certo: l’aver riportato la Fiera dentro città ha costituito la carta vincente, almeno per quanto riguarda la frequenza, e i risultati sembrerebbero una bioccata di ossigeno per l’ansimante settore commerciale. Ma i giudici migliori dell’andamento della fiera sono certamente gli espositori. Per Valeria Tola, ceramista, è stata un’ottima vetrina con la realizzazione di molti contatti. Per Stefania Puma, settore arredamenti, soddisfazione e la constatazione che i visitatori sono giunti da parti anche molto lontane della Sardegna. Altrettanto soddisfatto Rino Spadaro, del settore serramenti e infissi, che rileva come sia stato possibile pubblicizzare la propria produzione. Molto bene anche per Annalisa Pani, anch’essa del settore arredamenti e ancora per gli arredamnti, Luciana Cossu, che si dichiara soddisfatta del proprio impegno e di quello del Comune. Non sono state tanto le vendite per Umberto Modetti, settore riscaldamento, quanto la possibilità di mostrare i prodotti anche a visitatori del sassarese e del nuorese. Franca Masala è felice perché ha potuto vendere tutta la sua produzione artigianale. Soddisfatissimo, infine, Angelo Muroni, presidente di un consorzio di produttori nell’agro alimentare, per il quale è stato importante iniziare, con molta gente, un discorso sui prodotti locali e, soprattutto, genuini. «Ora – conclude l’assessore Trogu – bisognerà discutere sul periodo più adatto per la rassegna. Se nei padiglioni di Sant’Antonio era d’obbligo un periodo caldo, ora possiamo decidere con più libertà. Il pensiero è comunque verso i locali dell’ex Alas che, una volta ristrutturati potranno consentire grandi cose».

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