Rassegna stampa

Sulle fiere pesa la concorrenza di Cina e Russia

MILANO

L’ombra della concorrenza dei Paesi emergenti si allunga anche sul settore delle fiere. Mentre i poli fieristici non solo italiani, ma anche europei, puntano sull’ampliamento delle strutture con il rischio di trovarsi con un eccesso di offerta di spazi e manifestazioni spesso in competizione tra loro, l’attenzione di un numero sempre crescente di aziende internazionali si sta spostando verso mercati come Cina e Russia e verso la partecipazione alle loro manifestazioni. Così la domanda in Europa si contrae a favore delle esposizioni extraeuropee.

In questo quadro si collocano le imprese italiane del sistema fieristico che si sono riunite ieri a Milano al primo Forum nazionale della filiera fieristica organizzato da Asal Assoallestimenti (l’associazione degli allestitori) e Federlegno-Arredo per discutere su come rendere più competitivo un sistema «che va considerato un vero e proprio settore economico organizzato» ha commentato Pierpaolo Vaj, presidente di Asal.

Un sistema che si trova ad affrontare questioni come la commistione tra pubblico e privato non sempre considerata vantaggiosa, il dissidio tra internazionalizzazione e sviluppo interno, la formazione di grandi poli che si scontra con realtà più piccole.

«Puntiamo – ha affermato il neo-amministratore delegato di Fiera Milano Spa, Claudio Artusi – a migliorare la redditività e a crescere a livello globale, soprattutto in Brasile, Russia, India e Cina. La concentrazione di poli fieristici non è un problema. Dieci anni fa il sistema era bloccato, adesso c’è una forte iniziativa imprenditoriale e questo non può che essere positivo».

D’accordo con Artusi è Marco Sogaro, a.d. di Fiera Roma che tra l’altro ha annunciato che la società per il momento non è interessata alla quotazione in Borsa ma punta a stringere alleanze mirate sia in Italia sia all’estero dove ha già siglato un accordo con Francoforte.

Il nostro sistema fieristico è in grande difficoltà perché manca una sana competizione. È, invece, il parere di Michele Porcelli, a.d. di BolognaFiere che ha stretto una serie di alleanze da Shanghai a Mosca. «I finanziamenti pubblici distribuiti in maniera disomogenea favoriscono i grandi centri a svantaggio dei piccoli. Le regole non sono uguali per tutti» dice Porcelli.

Punta sulla privatizzazione PadovaFiere, come ha spiegato l’a.d. Andrea Olivi: «Solo essendo liberi da ingerenze pubbliche potremo competere veramente a livello internazionale».

www.asalonline.it

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