Rassegna stampa

Auditorium, Firenze Fiera ha fretta

Si riparte dagli spazi espositivi: ristrutturare la Fortezza e liberare gli immobili occupati Il problema dei Tir è urgente: si pensa all´area Montelungo collegata con un tunnel ILARIA CIUTI massimo vanni «DITECI dove». Firenze Fiera scrive a Palazzo Vecchio per sapere dove è possibile realizzare il nuovo auditorium congressuale. Il piano industriale, il primo firmato dal presidente Roberto Negrini, è ormai pronto (vedi articolo sotto). E secondo i calcoli della società delle fiere serve a Firenze uno spazio di medie-grandi dimensioni: 3.000-3.500 posti, se non si vuol essere messi fuori dal mercato. Comunque almeno tre volte l´auditorium oggi esistente al Palacongressi, che ha solo mille poltroncine. E´ la nuova fase di Firenze Fiera. Dopo aver contenuto il deficit di bilancio ad un terzo di quello dello scorso anno, la Spa delle esposizioni e dei congressi torna ad interrogarsi sul proprio futuro. E scrutando l´orizzonte scopre che il «Parco degli scambi» non è più nel suo futuro. La nuova piazza Bambine e Bambini di Beslan realizzata davanti alla Fortezza che avrebbe dovuto essere pedonale non lo è: oggi bus e taxi – e domani la tramvia – tagliano in due l´area pedonale che avrebbe dovuto unire Fortezza e Palacongressi in un unico polo fieristico. Il parcheggio per ospitare i Tir di servizio alle fiere (troppo alti per entrare nel parcheggio sotterraneo appena realizzato) non è mai stato progettato. Anche per le auto ci sono dei problemi, perchè il nuovo parcheggio è sottodimensionato rispetto alle esigenze delle fiere più rilevanti come Pitti. E la Spa ridefinisce la propria strategia cercando un´altra via. Quale? Anzitutto, ripartire dalla Fortezza. C´è da ristrutturare (in particolare il padiglione Cavaniglia), da regolarizzare le costruzioni provvisorie da poco scoperte come abusive (su questo si è appena conclusa una Conferenza dei servizi con il Comune): un investimento di poco meno di 30 milioni di euro. E c´è anche da «svuotare» gli immobili che ancora sono occupati: di questo la Spa ha reso responsabile la Conferenza di programma, come si chiama il gruppo costituito tra i soci pubblici con l´impegno di risolvere i problemi di Firenze Fiera che però non sono di competenza della Spa. Qualche pur timido passo in avanti è stato fatto: si sono censite le 5 abitazioni ancora esistenti e si sta studiando la soluzione giuridica che permetterebbe di superare i vincoli del ministero della difesa che ancora ostacolano il recupero. Si è deciso di dotare la palestra in uso al liceo Machiavelli di bagni propri, in modo da rendere disponibile l´edificio, dal momento che i bagni esistenti sono ancora riservati agli studenti nelle ore di educazione fisica. Resta infine il nodo dell´Opificio delle pietre dure, il cui ipotizzato trasferimento alla Manifattura tabacchi è ancora tutto da definire. Abbozzato il piano della Fortezza, è necessario poi rimettere insieme i pezzi di quello che avrebbe dovuto essere il «Parco degli scambi» e cercare comunque di disegnare un progetto coerente. La questione più scottante e urgente è oggi quella della logistica. Firenze Fiera ha posto la domanda ai soci pubblici della Spa: «Dove mettiamo i Tir che servono le fiere e da dove facciamo entrare i loro carichi senza farli passare dalla porta principale?» E´ la Conferenza programmatica con tutti i soci pubblici a dover rispondere. L´ipotesi è di dedicare ai Tir l´area di piazzale Montelungo, davanti alla Ferrovia. A patto di trovare un´altra area di sosta per i bussini elettrici. E in ogni caso resterebbe il problema di come far entrare il carico dei Tir dentro la Fortezza. Forse con un tunnel sotto le mura da piazzale Montelungo? E´ un´ipotesi destinata a restare tale finchè non si risolverà il nodo dell´Opificio. «Non stiamo facendo il libro dei sogni», sta con i piedi per terra il presidente diessino Negrini. «Stiamo però facendo grossi passi in avanti nel delineare l´idea di un´azienda che cammina in base ai propri mezzi ma che comunque cammina», aggiunge. E proprio per non sognare, il piano industriale da qui al 2009 evita di mettere nel conto la costruzione del nuovo Palacongressi. Il Comune non ha cambiato idea: con tutta probabilità confermerà la scelta dell´area di Porta al Prato. Ma si tratta di un´area di proprietà delle Ferrovie. E nel frattempo, non resta che puntare a congressi piccoli e medi. Anche perché, come dimostra il caso dei seimila bibliotecari che hanno preferito Milano, i grandi appuntamenti sono sempre più difficili da acciuffare. Una strategia imposta dalle dimensioni e dalle limitate disponibilità. Ma che richiede comunque investimenti. Non solo dentro la Fortezza, perché anche il Palazzo degli affari ha bisogno di una seria ristrutturazione. Quanto costa? Si parla di alcuni milioni. Ma in ogni caso l´ipotesi di una vendita dell´immobile, che qualche tempo fa era sembrata imminente, è adesso rinviata. Solo quando ci sarà il nuovo auditorium, dice Negrini, si potrà decidere se venderlo o meno.

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