Rassegna stampa

1° FORUM DELLA FILIERA FIERISTICA ITALIANA, CRONACA DEI LAVORI

(Sesto Potere) – Milano – 16 ottobre 2006 – “Siamo oggi ad una svolta dopo anni di immobilismo. Il sistema fieristico sta attraversando cambiamenti strutturali importanti verso i quali l’atteggiamento degli operatori e delle istituzioni non può essere solo da spettatori. La competizione e il mercato avranno poi il compito di far funzionare la macchina, ma la progettazione del motore deve venire da una riflessione su quale modello fieristico sia opportuno adottare nel nostro paese. Non si può dire semplicemente “vinca il migliore” in un’industria, come quella fieristica. Occorre garantire eccellenza per tutte le imprese che utilizzano la fiera come strumento di comunicazione orientato all’internazionalizzazione.” Sono le riflessioni di Pierpaolo Vaj, presidente dell’Associazione ASAL-Assoallestimenti, un’associazione di Federlegno-Arredo che rappresenta circa 500 aziende di allestimenti esistenti sul mercato Italiano. ASAL ha presentato in questi giorni un progetto integrato per lo studio, la promozione e la valorizzazione del sistema fieristico italiano che ha come principale obiettivo avviare una riflessione sull’industria fieristica e verificare ambiti di collaborazione e confronto tra quartieri fieristici, organizzatori, allestitori e fornitori di servizi. “Ci siamo resi conto – spiega Moreno Zaccarelli, imprenditore, delegato al coordinamento del progetto – che il sistema economico e gli stessi operatori fieristici sono restii a considerare le fiere come un’industria, un settore economico organizzato, una filiera produttiva che per funzionare ha bisogno di sincronizzare le proprie attività. Il dibattito economico sulle fiere invece oggi è dominato da una logica che ha al centro il quartiere fieristico, dimenticando che il nostro settore funziona perché tutti gli operatori della filiera si collocano su livelli di eccellenza nella loro specifica fase produttiva. In un certo senso funzioniamo come un distretto industriale, non necessariamente localizzato, con grandi capacità di flessibilità ed apertura verso l’esterno”. La prima fase del progetto di ASAL, a completamento dell’impegno dedicato negli anni passati, sarà l’organizzazione del 1° Forum della Filiera Fieristica, cui saranno invitati tutti gli operatori del settore per discutere, alla luce del nuovo contesto competitivo, le strozzature che impediscono di migliorare l’efficienza del sistema e gli ambiti di collaborazione tra le diverse componenti della filiera. Il prossimo 29 novembre, con il Forum verrà dato l’avvio a quello che i responsabili ASAL si augurano possa diventare un appuntamento fisso di confronto sulle problematiche del settore. “Stiamo assistendo – continua il presidente Vaj – alla realizzazione di consistenti piani di ampliamento da parte degli enti fieristici e in alcuni casi ci si può chiedere se si stia seguendo una logica industriale o semplicemente l’appagamento di un desiderio di gigantismo da parte di operatori e istituzioni locali. Il rischio non è soltanto di ritrovarsi con un eccesso di offerta di spazi, ma anche con un proliferare di manifestazioni fieristiche simili, in una lotta competitiva che potrebbe avvantaggiare sistemi fieristici esteri più concentrati e quindi con più risorse da gestire. Dobbiamo chiederci se lo scenario tra cinque o dieci anni sarà quello di un sistema con pochi grandi poli fieristici o una fiera per ogni campanile. Evidentemente esistono diverse possibili opzioni intermedie, ma queste non arriveranno spontaneamente dal cielo.” L’ampliamento dei poli fieristici non è un tema che riguarda unicamente i quartieri fieristici: i costi di una eccessiva concorrenza tra i medesimi ed una non coerente strategia politica di ampliamento degli spazi inciderebbero inevitabilmente in modo negativo sulla qualità e la forza competitiva delle manifestazioni italiane, finendo per indebolirle rispetto alle manifestazioni estere. Il posizionamento sulla qualità invece è la leva competitiva dell’offerta fieristica italiana che se prima poteva contare su sistemi manifatturieri nazionali come motore per la crescita, oggi deve sempre più puntare su manifestazioni internazionali di alto livello. “La qualità delle manifestazioni – precisa il coordinatore Moreno Zaccarelli – è direttamente correlata alla capacità di sincronismo di tutta la filiera. Non solo gli enti e gli organizzatori, ma anche allestitori e fornitori di servizi fieristici devono collaborare “facendo sistema”, affinché il prodotto finito sia di alto livello. E’ l’unico modo per poter mantenere manifestazioni internazionali in Italia.” “Solo a titolo di esempio – continua Zaccarelli – uno dei temi in cui solo la collaborazione di tutta la filiera garantisce una soluzione efficiente è quello dei calendari sostenibili. Gli enti, anche a seguito degli investimenti fatti, tendono a comprimere i tempi di allestimento e disallestimento per sfruttare il più possibile gli spazi disponibili; ciò influisce negativamente sulla qualità dei servizi delle manifestazioni sia per gli espositori che per i visitatori, nonché intaccando talvolta la sicurezza dei lavoratori. Nel medio periodo finisce per essere un boomerang per gli stessi enti che oggi devono confrontarsi con le grandi manifestazioni internazionali, ma anche i medio-piccoli eventi di nicchia che ricercano appunto qualità espositiva.” La presentazione del Forum della Filiera Fieristica di ASAL è stata anche l’occasione per illustrare l’andamento del settore degli allestimenti, che oggi vive un momento relativamente positivo. “Il settore degli allestimenti – conclude il presidente Pierpaolo Vaj – ha chiuso lo scorso anno con dati complessivamente positivi con un incremento vicino all’1% sia per il fatturato che per i mq allestiti. E’ stato soprattutto il fatturato estero la componente che ha trainato la crescita raggiungendo i 120 milioni di euro e testimoniando che l’offerta italiana ha ancora una forte potenzialità di sviluppo. Queste potenzialità potranno essere colte solo se sapremo fare sistema.” Per quanto riguarda il 2006, le aspettative degli imprenditori sono ancora orientate all’ottimismo: sia per gli allestitori che per i fornitori di servizi e materiali per l’allestimento, l’anno in corso si chiuderà con un incremento (circa il 40% dei rispondenti) o comunque con una conferma dei già buoni risultati del 2005 (circa il 50% dei rispondenti). (Sesto Potere)

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