Rassegna stampa

Veronafiere vola a Pechino a caccia di contatti mondiali

Veronafiere è sempre più inserita nell’elite delle manifestazioni internazionali. E continuerà a giocare un ruolo importante anche nel prossimo novembre in occasione del congresso internazionale di Pechino dell’Ufi, l’Unione delle fiere internazionali. L’ente veronese occupa da anni insieme a Milano, Rimini e Bologna un posto nel direttivo dell’Ufi e tra un paio di mesi, la delegazione italiana si allargherà con l’arrivo anche di Padova. Ieri è poi arrivata anche la riconferma di Corrado Peraboni, direttore generale di Fondazione fiere di Milano, a vice presidente dell’Ufi. «L’Unione delle fiere internazionali», riporta una nota dell’ente milanese, «è considerata un vero e proprio marchio di qualità internazionale in ambito fieristico. Ne fanno parte 122 organizzatori, 143 centri espositivi e 38 associazioni per un totale di 322 membri provenienti da 74 paesi che organizzano complessivamente 747 eventi all’anno». Gli obiettivi dell’organizzazione internazionale puntano allo sviluppo del mondo delle manifestazioni: «La funzione dell’Ufi è quella di fornire contatti tra operatori fieristici di varia estrazione», spiega il vicepresidente dell’ente di viale del Lavoro, Camillo Cametti, «e anche Verona ne ha beneficiato non poco». Di più: «L’Unione delle fiere internazionali organizza anche seminari di aggiornamento a vari livelli». E per Verona essere entrati nel direttivo «è molto utile e importante. L’Ufi rappresenta una grossa opportunità internazionale. Ora, per esempio, due nostri funzionari sono in Bulgaria». Le prospettive non si fermano qui, però. «Ora c’è anche la Cina che sta facendo passi da gigante in questo settore», continua Cametti, «e le opportunità per il nostro ente potrebbero aumentare e non di poco in un’area così strategica come quella asiatica». Accordi immediati, però, non appaiono all’orizzonte: «Non ci possono essere sviluppi da un giorno all’altro» spiega Cametti. Ma il campo su cui giocare le carte dell’ente di viale del Lavoro sono parecchie: «Oltre alla Cina», afferma il vice presidente della fiera, «ci sono anche mercati importanti come anche la Russia e l’India». D’altro canto, c’è già un gemellaggio anche con la fiera di Monaco «che ci ha aperto la strada per un ampio dialogo anche con altre realtà tedesche». Le prospettive per il futuro sembrano essere particolarmente rosee per l’ente, presieduto da Luigi Castelletti. Lo dimostrano anche i dati, diffusi a luglio sulla semestrale della fiera. La relazione del bilancio di Veronafiere ha registrato risultati che proiettati al 31 dicembre, sono nettamente migliori rispetto a quelli previsti. A fine anno, il fatturato dovrebbe superare i 50 milioni di euro e il flusso di cassa (cash flow) aveva già raggiunto a metà anno 6milioni e seicentomila euro con un aumento di due milioni sulle previsioni d’inizio anno. (gp.ch.)

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