
Canton è la porta delle Pmi
Nicoletta Picchio
CANTON. Dal nostro inviato
Una Ferrari rossa fiammante, F430, e una Vespa vintage grigio avio. Due simboli dell’eccellenza italiana nel mondo. Facevano da cornice ieri al taglio del nastro della Fiera delle piccole e imprese di Canton, dove quest’anno siamo Paese partner. E il sistema Italia si è presentato compatto all’appuntamento: il Governo, con Romano Prodi e un pool di ministri, la Confindustria, con Luca di Montezemolo e uno stuolo di 700 imprese, l’Abi, con 15 banche, e l’Ice, che ha curato l’organizzazione degli incontri faccia a faccia, sia a Nanchino, prima tappa della missione, che a Canton (in tutta la missione saranno complessivamente 5mila).
Un cerimoniale in stile cinese, con fiori e dragoni. Ma anche immediati risvolti operativi: ieri mattina Confindustria ha firmato un’intesa con il Governo della provincia del Guangdong, sulla falsariga di quello già siglato due anni fa con lo Jiangsu e che ha fatto decollare im breve tempo i rapporti tra l’Italia e l’area di Nanchino. Con il Guangdong, che è tra le principali realtà economiche cinesi, si replica, secondo lo stesso schema, come ha spiegato Montezemolo: «Presto arriverà un funzionario del Guangdong in Confindustria (il rappresentante dello Jiangsu già ad ottobre), e si organizzerà l’arrivo di imprenditori cinesi, come follow up dell’accordo (nei prossimi mesi tornerà una delegazione dello Jiangsu)».
L’Italia come porta verso l’Oriente, ha ripetuto ieri Prodi. «Due anni fa una missione di questo genere, con il Governo, e 15 banche, sarebbe stata impensabile. Nel 2004 siamo riusciti a coinvolgere circa 200 imprenditori, di cui molti grandi. Oggi sono 700, la maggior parte sono piccole imprese, che vogliono ringraziare», ha sottolineato Montezemolo. Un approccio regionale, concentrato su alcuni settori e destinato alle piccole aziende: è con questa formula che il presidente di Confindustria intende realizzare la strategia d’attacco alla Cina. Il Guangdong, in particolare, ha una realtà di piccole aziende, molto simile a quella italiana. «Per le piccole imprese è importante fare sistema, è importante che abbiano accanto le istituzioni e le banche, ha insistito, con una nota critica sulla diffusa presenza regionale egli stand della Fiera: «Avrei preferito vedere lo stand Italia e dentro le varie Regioni». La concorrenza è agguerrita. Nei nostri stand spicca l’eccellezza italiana, dall’alimentare, ai marmi, all’arredamento, alle macchine utensili. Ma la tecnologia si fa largo anche tra gli stand cinesi della Fiera, con molta elettronica, produzione di lampade stradali ad energia solare, addirittura mobili antichi stile Luigi XV copiati magistralmente da una piccola impresa di Hong Kong. La sfida è difficile, ma le nostre piccole imprese, con la loro forza dei marchi, con il mix di innovazione, creatività e know how tecnologico sono in grado di offrire prodotti interessanti per il mercato cinese. Tanto più che oggi con un ampliamento della classe media, come ha detto l’economista Fang Dang, ci potrà essere un aumento dei consumi interni.
L’occasione per una riflessione sul futuro della Cina è stato il seminario di Intesa, al quale hanno partecipato Prodi, Montezemolo, il presidente delle Ferrovie, Innocenzo Cipolletta, e l’amministratore delegato di Intesa, Corrado Passera. Cipolletta ha sottolineato che la crescita zero del 2005 è stata il frutto di chiusure di aziende e di altre che sono cresciute e si sono specializzate. Per andare sui mercati lontani, però, hanno bisogno di sostegno, innanzitutto dal sistema bancario. Una riflessione analoga è stata fatta da Montezemolo, che ha aggiunto: «Gli italiani in Cina come sistema bancario non ci sono». Immediata la replica di Passera, che con Intesa è presente in Cina da 25 anni. «Il mercato bancario non è ancora sufficientemente liberalizzato», ha detto, in piena sintonia con il presidente dell’Abi, Corrado Faissola. Che però ieri, dopo aver visto la realtà cinese, ha lanciato un’esortazione alle banche: assumere partecipazioni dirette nelle banche cinesi. «Abbiamo oggi due gruppi a livello europeo, la strategia può essere diversa. Nella Cina o ci si crede o no». Passera ha una sua strategia: dopo la fusione con San Paolo Imi, ha spiegato, il gruppo rappresenterà un terzo del business degli italiani in Cina. E implementerà l’accordo con Bank of China e Simest, le filiali e gli uffici di rappresentanza.
Dopo l’inaugurazione della Fiera, nel pomeriggio, si è tenuto il Forum economico sulle piccole e medie imprese.
Il ministro del Commercio Internazionale, Emma Bonino, ha sollevato il nodo dei diritti umani: non ci può essere sviluppo sostenibile senza il rispetto dei diritti civili. «Dobbiamo farci forza delle nostre convinzioni e sollevare la questione negli incontri istituzionali», ha detto, mostrando grande interesse per il modello dei distretti inteso come soluzione alternativa al modello delle megalopoli.
LOTTA AI FALSI
Il presidente di Milano Unica e di Smi-Ati, Paolo Zegna, è volato in Cina, dove, alla presenza del ministro per il Commercio internazionale Emma Bonino, ha siglato con Gao Young, vicepresidente del Consiglio nazionale della Cina per il tessile e l’abbigliamento (Cntac), un accordo per la tutela della proprietà intellettuale e per contrastare la contraffazione. Le controversie saranno affidate all’Italy-China Business Mediation Center.