
La Fiera, fiore all’occhiello di Milano
Ad una società ambiziosa e dalla struttura imponente come Fiera Milano serve una guida esperta in grado di infondere allo stesso tempo sicurezza ed entusiasmo a tutti i livelli societari. Per ricoprire la carica di amministratore delegato, vera anima operativa di ogni realtà impegnata sul mercato, è stato scelto Piergiacomo Ferrari, al quale abbiamo rivolto alcune domande sul presente e il futuro del Gruppo. I risultati di bilancio del primo trimestre sembrano molto favorevoli: gli indicatori più importanti continuano il loro trend postivo. «In effetti la Fiera gode di buona salute e soprattutto sta raggiungendo i traguardi che erano stati prefissati». Il trasferimento nel nuovo polo espositivo di Rho ha presentato difficoltà? «No, il trasferimento è avvenuto senza particolari difficoltà: sia per quanto riguarda il trasferimento degli uffici che per quanto concerne il dirottamento delle diverse manifestazioni». La nuova struttura ha portato benefici immediati già quantificabili? «Direi proprio di sì. Tutte le manifestazioni organizzate nella nuova Fiera hanno registrato un aumento medio del 20% di spazi venduti e un incremento della stessa portata per quanto riguarda il numero di visitatori, soprattutto esteri». Su quali basi programmatiche poggia l’attuale strategia di Fiera Milano? «Le nostre linee innovative, che ci stanno regalando particolari soddisfazioni, sono essenzialmente due. La prima è quella di accorpare nello stesso periodo manifestazioni che abbiano interessi convergenti per il visitatore. Ad esempio, abbiamo accorpato Mipel (pelletteria), Micam (calzature) e Mifur (pellicceria e pelle), pur essendo organizzate da associazioni di categoria diverse. Discorso analogo per altre due grandi fiere della meccanica come Plast (plastiche e gomma) e Ipack-Ima (imballaggi). Oppure ancora posso citare il caso dell’accorpamento delle tre fiere per la sicurezza. Ma quando parlo di accorpamento, sia chiaro, intendo lo svolgimento nello stesso periodo di fiere che mantengono comunque la loro particolare identità». Quali i benefici di questi accorpamenti? «Risultano utili, tra le altre cose, soprattutto in virtù del fatto che in questo modo viene sollecitata in misura particolare l’attenzione dei visitatori extra-europei che desiderano ottimizzare il tempo a loro disposizione cercando di cogliere il maggior numero di opportunità durante i loro spostamenti». Parlava di due linee innovative… «Esatto. La seconda è rappresentata dal nostro tentativo, riuscito, di rendere le manifestazioni il più vivaci possibili in termini di promozione, formazione e informazione. Durante i diversi eventi vengono organizzati infatti convegni e mostre culturali, presentati scenari economici… Insomma, ogni fiera è arricchita da una serie di eventi collaterali di vario tipo che permettono di non concentrare l’attenzione soltanto sul prodotto tout court, ma anche su ciò che gli ruota intorno e interessa il suo settore di appartenenza». Il 2007 porterà novità in fatto di fiere? «Il 2007 vedrà il lancio di nuove manifestazioni. Ne abbiamo almeno otto nuove di cui tre di “grande calibro”. A febbraio ospiteremo Build Up sull’architettura e le costruzioni. A maggio Tutto food sull’alimentare a livello mondiale. A giugno MilanoCheckUp sulla salute e la medicina. Tre grandi fiere di richiamo mondiale». Altri obiettivi all’orizzonte? «Nel 2007 partirà il nostro programmma di espansione all’estero. La nostra attenzione è rivolta a quattro Paesi: Brasile, India, Russia e Cina. Abbiamo già attivato degli uffici e inserito dei dirigenti. In Brasile, in particolare, abbiamo già creato una nostra società». Quindi due obiettivi su tutti per il 2007? «Esatto. Le sfide dell’anno prossimo saranno le nuove manifestazioni nel polo di Rho e l’espansione all’estero». Ci sono stati eventi con risultati al di sopra delle aspettative? «Abbiamo alcune fiere in grande sviluppo come Host quella dedicata alle attrezzature per locali pubblici che ha avuto molto successo». Al contrario, qualche delusione si è verificata? «L’unico evento che ci dà qualche pensiero, ma che non fa capo direttamente a noi, è Smau. Si tratta di una manifestazione che sta cercando la sua collocazione ideale cercando di confrontarsi con i cambiamenti che si sono verificati in quel settore». Per quanto riguarda i prossimi appuntamenti? «Oggi (ieri, ndr) si chiude Chibidue, salone della bigiotteria e degli accessori moda e Chibimart che è dedicato ai prodotti etnici agli accessori moda, alle pietre dure… Domani (oggi, ndr) chiude anche Modaprima dedicata alle collezioni primavera estate, evento di grande richiamo tra gli operatori. Per quanto riguarda i prossimi appuntamenti, il 12 giugno parte, preceduto da enorme attesa, MiWine. Ci si attende una massiccia partecipazione da ogni parte del mondo per questo appuntamento, anche a livello di espositori presenti. MiWine è un evento che non vuole deliberatamente essere “grande”, ma desidera configurarsi come evento di elitè, fortemente votato all’internazionalità e alla professionalità». Considerando il forte investimento che è stato necessario per attivare il nuovo polo fieristico, si può comunque parlare di scommessa vinta? «Certamente. La cifra spesa è stata elevata, come è normale che sia visto il risultato finale della struttura. Ma se la rapportiamo ai metri quadri costruiti si può facilmente constatare come risulti di molto inferiore ad investimenti analoghi operati per le maggiori fiere tedesche ad esempio. Anzi, la cifra investita è addirittura pari alla metà… La gara indetta ha quindi portato ad una realizzazione poco costosa rispetto alle dimensioni». Quanto contano i collegamenti internazionali nel mondo fieristico? «Contano molto. E, nel nostro caso, tutti i collegamenti internazionali sono favoriti dal fatto che mi trovo a ricoprire la carica di Presidente dell’Associazione delle grandi fiere europee. Quindi mi posso confrontare con le 18 maggiori realtà in questo campo e ciò permette di implementare sinergie e collaborazioni importanti. Recentemente ci siamo anche collegati all’Onu, tramite l’Osservatorio Occam, con quattro grandi aree di intervento: le fiere mediche, quelle dell’architettura e dell’edilizia, quelle delle fiere alimentari e quelle degli audiovisivi. Tutti settori nei quali l’Onu è impegnata con progetti particolari e specifici».