
“Fiera, nasce l´asse Milano-Genova”
“Dalla partnership tra le Camere di commercio con Torino un grande impulso alla sinergia. Le nomine? I vertici sono importanti, ma ancora di più manager con idee brillanti e contatti a livello internazionale” LUIGI PASTORE «Genova può avere prospettive importanti dal punto di vista fieristico. E il suo futuro certamente è nelle mostre legate al territorio, cioè alla nautica. Ma per sfondare non basta stare sul mare, servono bravi manager che abbiano contatti a livello internazionale e che portino delle idee. E in questa fase le Fiere i bravi manager se li rubano l´un l´altra…». Che la Fiera di Genova sia prossima a un punto di svolta e non solo per la delicata partita delle nomine ai vertici tutt´ora irrisolta, lo sottolineano tutti gli addetti ai lavori. In un mercato sempre più difficile per le realtà medio-piccole, la salvezza e l´espansione arrivano dalla superspecializzazione. Piergiacomo Ferrari, amministratore delegato di Fiera Milano e presidente di “Aefi”, l´associazione delle fiere italiane, non ha dubbi: «Vince chi sa offrire un prodotto globale, un pacchetto che attiri operatori e visitatori, ma soprattutto questi ultimi. Chi ha in dote almeno 50mila visitatori, può vivere sonni tranquilli». Ferrari, com´è il quadro complessivo in questo momento? «Siamo in un momento di grande competizione nel sistema fieristico italiano, che si è affacciato anche sui mercati cosiddetti emergenti, come ad esempio quello brasiliano. E le Fiere diventano sempre più come delle vere e proprie società per azioni, che per stare sul mercato devono fare concorrenza globale. E la concorrenza avviene anche portandosi via i manager più bravi, quelli che hanno i contatti, che portano gli eventi e che sanno venderli». Ad esempio? «Ad esempio, a Genova aveva lavorato benissimo il direttore commerciale Antonio Bruzzone, che però poi è andato alla Fiera di Bologna e poi a quella di Roma». Quali sono le Fiere più forti in questo momento a livello nazionale? «Sicuramente dopo Milano, che con il nuovo polo a Pero-Rho ha fatto un ulteriore salto di qualità, vedo Bologna, Verona e Rimini. Poi, molto più indietro le altre, compresa Roma, nonostante i suoi progetti di espansione». E Genova come si colloca? «Fa parte di un gruppo di Fiere locali, che per emergere dovranno sempre più sfruttare la vocazione del loro territorio. Genova ha la grande fortuna di stare sul mare, ma il Salone Nautico, per quanto fondamentale, non basta. Servirebbero altre mostre legate al settore e non necessariamente aperte al pubblico. Possono essercene anche solo per operatori, ad esempio su tutta la filiera della nautica da diporto». Quali sono i rapporti di Genova con Milano? «C´è una collaborazione aperta già da qualche tempo e che ora potrebbe intensificarsi in modo più proficuo, visto che Milano si specializza sempre più sulle grandi mostre di settore e potrebbe essere interessata a sviluppare su Genova evento più specialistici. In questo senso va sfruttata anche la partnership che abbiamo impostato anche a livello di camere di commercio con Torino e Genova appunto». In queste settimane si è parlato spesso di rinnovo dei vertici fieristici a Genova ed era stata ipotizzata anche la candidatura di Galateri. Siete interessati? Avete qualche consiglio da dare? «Guardi, la scelta dei vertici è sicuramente importante ma spetta alle istituzioni locali. Ma mi permetto di sottolineare come il segreto di una Fiera che funzioni sia soprattutto nei manager. E quindi, consiglio di scegliere bene lì, perché le idee sono di vitale importanza. Faccio un esempio: Dusseldorf non è sul mare, ma è iperspecializzata in mostre tematiche». Lei ha parlato di proposte complessive, di pacchetti da offrire al pubblico. Cosa intende nello specifico? «Eventi collaterali alla mostra in senso stretto. Ad esempio, formazione continua per gli operatori e iniziative fuori dal quartiere fieristico aperte alla città a un pubblico più vasto. Così, si potranno coinvolgere anche persone che altrimenti in Fiera non andrebbero. A Milano, dal Salone del Mobile in avanti, la formula ha sempre funzionato. E sono convinto che non fallirebbe neppure a Genova».