
Ai Comuni la competenza anche sui mercati rionali
Per la prima volta anche i mercati sono inseriti organicamente nella disciplina regionale sul commercio. Non solo ingrosso e dettaglio, bancarelle fisse e ambulanti, ma anche mercatini rionali, fiere promozionali, artigianali o stagionali, manifestazioni commerciali a carattere straordinario sono normati nel testo unico. «Senza tralasciare – spiega Serenella Milìa, responsabile del dipartimento regionale Commercio – le forme nuove, la valorizzazione delle produzioni tipiche oppure il commercio equo e solidale». La programmazione locale è lasciata ai Comuni, delegati anche al rilascio dei permessi.
Il segmento è rilevante sotto vari profili: economico, urbanistico e sociale. Secondo le stime delle maggiori associazioni dei consumatori, la quota dei consumi finali riferibile al comparto è pari al 13-14% del totale, con netta prevalenza del vestiario (prossima al 10%, invece, la spesa alimentare). Gli studi preliminari al testo normativo, elaborati dall’Istituto Tagliacarne, tentano una fotografia del fenomeno, non facilmente censibile. Al 30 giugno 2005 erano 4.323 gli esercizi liguri classificabili sotto la voce commercio ambulante, di cui 2.791 a posteggio fisso e 1.532 itinerante. La densità ligure, ovvero l’offerta per mille abitanti, ha un valore di 2,66, in linea con il dato nazionale (2,7). Con una peculiarità, però: gli ambulanti che effettivamente girano sul territorio sono più numerosi (indice Liguria 0,87, Italia 0,77).
Le cifre restituiscono inoltre l’immagine di un settore in crescita, probabilmente bisognoso di politiche attive non restrittive. Rispetto al 2003, l’ambulantato ligure risulta essersi sviluppato del 16,4%, un aumento nettamente superiore a qualsiasi altro indicatore del commercio. Gli operatori itineranti risultano cresciuti del 27% (come nella media nazionale); i fissi dell’11,2 (media Italia +19,6%). Il quadro ligure è peraltro variegato: in base all’indice per mille utenti – che valuta pure le presenze turistiche extralberghiere (nella considerazione che chi sta in albergo non frequenta mercati) – la provincia di Imperia è la più dotata (con un valore di 3,33), mentre il Savonese è fanalino di coda (1,93), con Genova (2,44) e Spezia (2,7) su posizioni intermedie.