
Il sistema fiere al giro di boa
GENOVA – Dritta alla meta, sull’onda di un piano industriale che prevede fra il 2004 e il 2008 investimenti per 100 milioni (di cui 43,9 diretti), Fiera di Genova si accinge ad archiviare anche il 2005 con un piccolo attivo. Il consuntivo, che sarà presentato agli azionisti alla prossima assemblea, attesta infatti un utile di 11mila euro, a fronte di un valore della produzione di quasi 19 milioni. Cifre in leggero calo, ma sostanzialmente analoghe a quelle del passato recente (si veda tabella), sebbene non sia stato sempre così.
L’ente nato nel ’56, dal 2003 società per azioni a capitale pubblico (Comune al 32%, Regione Liguria-Filse 27%, Provincia al 22%, Cdc 17%, Autorità portuale 2%), era tornato in attivo nel 2000 dopo anni di deficit, con un picco negativo registrato nel 1997 (perdite per 3,74 miliardi di lire, a fronte di un giro d’affari di 20 miliardi). Gli azionisti, un anno dopo la trasformazione in Spa, avevano proceduto ad una ricapitalizzazione (tuttora non versata), aumentando il capitale sociale da 13 a 29,7 milioni.
Sono molteplici i giri di boa all’orizzonte per il quartiere fieristico che procede verso una radicale ristrutturazione, a sostegno della propria identità nautico-marittima. A breve, il rinnovo dei vertici. La prossima assemblea (il 7 giugno in prima convocazione, il 22 in seconda) dovrà infatti dare un volto alle cariche triennali. Sono formalmente scaduti in gennaio il presidente Franco Gattorno, e l’ad Roberto Urbani, che fin dal 2003 ricopre anche il ruolo di direttore generale. Si sprecano i rumors, in proposito. Nelle scorse settimane sono circolati, per le due posizioni, i nomi di Gabriele Galateri di Genola, presidente di Mediobanca che già siede nel board del nascente Iit, e di Luigi Luzzati, a capo della Centrale del Latte di Torino, vicepresidente Amga.
Su una prospettiva più ampia, la fiera avanza sul ruolino di marcia del piano industriale che, tempo due anni, riconsegnerà alla città e al mercato un quartiere-gioiello specializzato nel filone mare. Almeno tre i pezzi forti del puzzle che prende forma, a partire dall’ampliamento della Marina, che consentirà di triplicare l’offerta espositiva in acqua (fino a 600 posti) durante il Salone nautico, dando vita ad un "Floating Show" unico al mondo.
I lavori, in parte già realizzati, saranno completi nel giugno 2007. L’opera è curata dall’Autorità portuale di Genova con un finanziamento ministeriale di 25 milioni. Recente l’idea di completare l’insieme con un hub per superyacht, con tutti i connessi servizi di altissima gamma (centro benessere compreso) da offrire alla clientela di queste barche fino a 70 metri. Sarà realizzato in project financing da un concedente da individuare, con un impegno di 40 milioni.
Dopo il Nautico di ottobre scatterà la demolizione del padiglione B e la sua ricostruzione sulla base del progetto avveniristico di Jean Nouvel. Infine, la metamorfosi in albergo a 4 stelle del palazzo ex Ansaldo-Nira, con investimento stimato fra i 20 e i 40 milioni. Le manifestazioni di interesse giunte per la sua realizzazione sono state 8 (le catene invitate 30). «Con questi investimenti – prefigura Franco Gattorno – la fiera sarà dotata del giusto appeal per attrarre eventi e pubblico nel sempre più competitivo scenario nazionale».
In Liguria è la legge regionale 8/2000 che disciplina le attività fieristiche.
Quest’anno sono a calendario oltre 40 eventi di richiamo regionale, e quasi 900 fra sagre, rassegne locali e feste paesane. «Nei prossimi mesi vareremo un provvedimento ad hoc per le fiere territoriali», fa sapere l’assessore regionale allo Sviluppo economico Renzo Guccinelli. Nell’entroterra genovese si rafforza la rete fra le tre Expo estive, Valle Stura, Valpolcevera e Fontanabuona, lanciata dall’organizzatrice di quest’ultima, Promoprovincia, che l’anno scorso ha coinvolto nel network le vicine Voghera e Casale: «Abbiamo avviato contatti – racconta Angiolino Barreca, presidente in scadenza (cda al rinnovo il 30 maggio) – con Parma e Piacenza. L’alleanza consta in iniziative comuni, sconti e location d’affezione per gli espositori che partecipano a più eventi, per una maggiore visibilità». Si punta inoltre alla fiera diffusa, con occasioni cultural-turistiche al di là degli stand.
Intanto la Regione spenderà nel 2006 quasi 600mila euro (di cui 350mila per Euroflora) a sostegno delle fiere liguri (nel 2005 256mila euro, nel 2004 188mila). Le fiere sono a tutti gli effetti un’attività produttiva del "Made in Italy": «È al via un bando nazionale da 3 milioni – fa sapere Daniele Barrani, funzionario regionale che segue il comparto – che finanzierà progetti sull’estero, un’opportunità che si apre anche a enti e organizzatori liguri».
SERVIZI A CURA
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