Rassegna stampa

Oreficeria, allarme materie prime

VICENZA – Settore orafo in leggera ripresa, ma con un allarme significativo: l’impennata dei costi delle materie prime. È questa l’indicazione che arriva alla vigilia dell’apertura di VicenzaOro2, rassegna dei preziosi divenuta un punto di riferimento a livello mondiale per il settore. Nel quartier generale di via dell’Oreficeria, sono stati analizzati i dati dei primi tre mesi dell’anno, provenienti da tutto il mondo, dai quale emerge l’allarme legato al costo delle materie prime, che rischia fortemente di frenare le vendite in Italia e all’estero. Per un comparto che da almeno tre anni registra trend negativi, si tratta dell’ennesimo fattore di rischio.
«L’andamento del settore – spiega Corrado Facco, segretario generale della Fiera di Vicenza – va letto con grande cautela: se infatti guardiamo infatti ai primi dati dell’export riferiti al 2006 notiamo un’ampia diffusione di segni positivi, che tuttavia non autorizza a parlare né di un inizio di ripresa delle esportazioni orafe, né di una battuta d’arresto del trend di stagnazione su bassi livelli. E questo soprattutto perché gli andamenti delle vendite in valore di oreficeria e gioielleria sono state fortemente influenzate dai forti rincari delle materie prime preziose».
È dunque un motivo di preoccupazione quello che arriva dall’osservatorio privilegiato della Fiera di Vicenza. «Basti pensare – aggiunge Facco – che nelle prima decade di aprile le quotazioni dell’oro hanno superato a Londra il tetto dei 610 dollari l’oncia, il livello più elevato degli ultimi 25 anni. L’argento ha raggiunto i 10,33 dollari e il platino ha toccato il record di 1.095 dollari l’oncia».
Difficile risulta capire come tale crescita possa influire su prezzi e costi base. Anche dal distretto orafo veneto (che comprende nella quasi totalità aziende vicentine) non arrivano ancora segnali in tal senso. «A causa – aggiunge il segretario generale della Fiera di Vicenza – dell’ampia varietà dell’offerta, peraltro fattore di successo del prodotto italiano e veneto, non è possibile calcolare correttamente il peso avuto dalle impennate dei prezzi delle materie prime sulla variazione del valore del prodotto finito. I dati delle esportazioni sono disponibili oltre che in euro, anche in tonnellate, ma sono di scarsa utilizzazione in un settore, come quello della gioielleria, caratterizzato da dosi elevate di valore aggiunto, che non si può misurare semplicemente a peso».
A livello di operatori, tuttavia, serpeggia un ragionato ottimismo per l’edizione di VicenzaOro2, impegnata, soprattutto nell’ultimo decennio, nella penetrazione a livello mondiale, alla ricerca di nuovi mercati.
«Anche in questa edizione – precisa Valentino Ziche, presidente della Fiera di Vicenza – dedicheremo un’attenzione particolare alle aree di probabile espansione quali sono, ad esempio, i mercati asiatici, mediorientali o dell’Ex-Unione Sovietica. Si tratta di realtà in crescita, dalle quali attendiamo oltre 600 delegati-buyers da noi selezionati, in rappresentanza di 26 Paesi diversi, che saranno protagonisti nel contesto fieristico. Noi siamo molto attenti a quanto avviene in tutto il mondo e per questo motivo abbiamo promosso un seminario sul mercato cinese».
Un’ulteriore conferma di come l’Ente fieristico berico sia orientato a 360 gradi in tutto il mondo arriva dal fatto che, dopo molti anni, VicenzaOro2 viene anticipata da giugno a maggio, il tutto in sintonia con produttori e distributori per rispetto verso una sentita festività, la Pentecoste ebraica (la cui concomitanza avrebbe portato all’assenza anche di molti operatori statunitensi) e per l’evitare coincidenze con eventi fieristici come Jck (Las Vegas) Couture o Signature.
La difficoltà del settore viene confermata anche da Vladimiro Riva, coordinatore del Distretto orafo-argentiero della provincia di Vicenza, comprendente 300 imprese beriche (circa un terzo del totale delle aziende orafe provinciali), che lancia anche un allarme occupazionale. «Se andiamo a vedere i dati rispetto a qualche anno fa – la tesi di Riva – ci accorgiamo che il numero di aziende è calato di poche unità, mentre è notevolmente diminuito il numero di addetti. Nel contempo è anche cresciuto il numero di persone finite in cassa integrazione, a conferma delle problematiche dell’intero comparto. In compenso c’è anche da rilevare come gli istituti di credito locali abbiamo recepito queste difficoltà, agevolando le aziende orafe della provincia». Secondo il coordinatore del Distretto orafo-argentiero «le aziende sono impegnate nell’innovazione di prodotto, anche attraverso investimenti cospicui. È la conferma – conclude Riva – di come la maggior parte delle aziende di questo settore abbia capito che per uscire dalla crisi è fondamentale investire sulla qualità, arma decisiva per battere la concorrenza dei Paesi emergenti».
A CURA DI
LUCA POZZA
www.vicenzaoro2.it
www.vicenzafiera.it


I NUMERI DI «VICENZAORO2»


300
Le imprese del settore aderenti al distretto provinciale vicentino


600
I delegati-buyers selezionati e attesi a VicenzaOro2 da sabato


1.600
Gli espositori provenienti da 28 nazioni dislocati su 15 padiglioni

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