
Fiere, fermo il polo unico
ANCONA – Prendere tempo, ancora. È sempre questa la parola d’ordine a livello regionale sul tema del polo fieristico marchigiano unico, dove far convergere sia l’Ente regionale fieristico, con le strutture di Ancona e Civitanova Marche sia Fiere di Pesaro Spa. Ma tempo significa denaro. E se ne è già sprecato molto negli ultimi mesi, visto che la gara per l’affidamento della gestione del quartiere Campanara si è finora rivelata una strada senza via d’uscita e che i conti a Pesaro sono anche peggiori del previsto: 950mila euro la perdita 2005 e un altro mezzo milione di deficit quest’anno, anche se l’amministratore unico, Giancarlo Zuccarini, assicura che «si arriverà a un utile di 300mila euro nel 2007 esternalizzando tutta la gestione e che il bilancio sociale, cioè il ritorno economico che la fiera procura al territorio, supera di gran lunga il costo di gestione giornaliero stimato attorno ai mille euro». E mentre slittano di un altro mese le nomine della nuova Fondazione proprietaria degli asset, la Camera di commercio pesarese (che concede i padiglioni in comodato gratuito) deve recuperare in fretta 3,5 milioni per i lavori di ristrutturazione e ampliamento programmati per il 2006.
Finora i tentativi per trovare una soluzione si sono arenati con l’approvazione della legge regionale di riforma 24/2004: l’Erf, come stabilito, entro un anno ha presentato la proposta di modifica dello statuto e il progetto di riorganizzazione che la Giunta regionale avrebbe dovuto approvare nei successivi 30 giorni. Così non è stato. Anzi, la Giunta, per non andare contro a una propria legge ed evitare la soppressione dell’ente fiera (comma 5 dello stesso articolo), il 23 gennaio scorso ha deliberato la costituzione di un "gruppo tecnico per il riordino del sistema fieristico", cui partecipano rappresentanti delle Cdc delle quattro province, Anci, Regione, Province e fiere.
L’assessore regionale alle Fiere, Luciano Agostini, che aveva preferito il no comment fino al dopo elezioni (si veda «Il Sole-24 Ore CentroNord» del 15 marzo scorso) continua a non voler rispondere. Abbottonato anche il presidente della provincia di Pesaro-Urbino, Palmiro Ucchielli che si limita a dire che «il gruppo tecnico sta lavorando per trovare al più presto un punto di incontro che soddisfi le posizioni di Pesaro e Ancona verso la governance unica». Già nero su bianco un documento, elaborato dal gruppo tecnico, che evidenzia la volontà di tutti i soggetti a «procedere velocemente verso la costituzione del polo unico». Con che modalità, però, è ancora difficile dirlo, dato che Pesaro mira al ruolo di capofila e Ancona non pare intenzionata a cedere il passo.
«La situazione di impasse è il risultato di una forte contrapposizione politica all’interno dei Ds anconetani e pesaresi e non so quanto sia opportuno, a livello strategico, puntare sulla specificità dei distretti industriali che, ormai, sono caratterizzati da grande flessibilità verso i mercati», afferma Francesco Massi, Udc, coordinatore della minoranza in Consiglio regionale, dichiarando però di prediligere una leadership dorica perché baricentrica e meglio infrastrutturata rispetto al Pesarese. Ottimista sulla chiusura della partita entro l’anno Alberto Drudi, presidente della Cdc di Pesaro e membro del gruppo tecnico, che si spinge a dire che «non è tanto la sede fisica della presidenza che conta, quanto la rappresentatività degli interessi di tutti i territori».
Se Pesaro scommette sul Samp 2007 (cui sta lavorando la pretendente "congelata" Expo Torino) per il rilancio definitivo, l’Erf punta, sotto la nuova presidenza di Dante Merlonghi, alla trasformazione in Spa, «con caratteristiche di solidità economica e finanziaria adeguate a portare avanti il processo», sapendo che dal 2008 deve però traslocare dal porto. La palla è ora in mano alla Regione che ha il dovere di coordinare il percorso verso l’auspicata "Fiera dell’Adriatico", fondamentale per l’apertura verso i mercati dell’Est-Europa. Ma tutto tace.
MARCO GIOVENCO