
Expo 2012, pronta una nuova sfida
Ritorna di attualità l’Expo. Dopo la campagna elettorale e la stabilizzazione dela scena istituzionale, Trieste sembra voler riprovare ad accapparrarsi l’esposizione internazionale che si terrà nel 2012. Nei giorni scorsi il sindaco Roberto Dipiazza ha apertamente invitato al dialogo sull’eventuale candidatura del capoluogo giuliano all’Expo tematico sia la Provincia che la Regione, entrambe governate da maggioranze di centro-sinistra. Riccardo Illy e Maria Teresa Bassa Poropat non hanno escluso la possibilità di rigiocare la carta ma non a tutti i costi. Insomma, se per la spedizione che portò Trieste a perdere contro Saragozza per l’Expo 2008 Comune e Provincia, allora entrambi retti dal centro-destra, cercarono di vincere la partita praticamente da soli, stavolta Dipiazza si trova da solo da un punto di vista politico e non potrà quindi portare avanti la candidatura escludendo gli avversari politici. Tanto più che anche il Governo centrale ha cambiato colore e la candidatura deve assolutamente passare dal Ministero degli Esteri che la ufficializza al Bie. Ma il tempo stringe perchè tra ottobre e novembre bisognerà presentare la propria candidatura agli uffici preposti del Bureau International des Expositions visto che le regole sono cambiate e che l’organo che gestisce l’assegnazione degli Expo vuole decidere cinque anni prima dell’effettiva realizzazione dell’evento, in questo caso nel 2007. Già negli scorsi mesi un primo approccio con i rappresentanti del Bie era stato avanzato dall’allora presidente della Provincia, Fabio Scoccimarro, poi però battutto alle elezioni dalla Bassa Poropat, di recente è stato Pierpaolo Ferrante, l’ex project manager della società che portò avanti la candidatura per il 2008 (la Triestexpo Challenge) ad avere contatti con i vertici dell’organizzazione che ha sede a Parigi. Di ufficiale dall’Italia non è ancora arrivato nulla nelle scrivanie dei rappresentanti del Bie nè tantomeno da altri paesi anche se alcune candidature sono già praticamente certe. In particolare quella del porto coreano di Yeosu che è già piuttosto avanti dal punto di vista della comunicazione, essendo l’unica, ad esempio, ad avere un sito internet ufficiale sull’Expo 2012. La Corea del Sud aveva tentato anche la carta dell’Expo universale del 2010 poi assegnato alla Cina (precisamente a Shangai) e questo potrebbe anche giocare a suo favore, facendo un po’ scemare “l’effetto secondo tentativo” che a Trieste sembra dare fuoco alle velleità di chi ci vuole riprovare. Ma, secondo logiche geopolitiche, potrebbe anche darsi che il Bie non sia così intenzionato ad assegnare due esposizioni ravvicinate nel tempo nello stesso continente. E allora potrebbe prendere corpo la candidatura della Polonia, anch’essa bocciata per l’Expo universale e intenzionata a riprovarci con quello tematico a Wroclaw. Ancora tutta da valutare la possibile entrata in scena della Bulgaria con Plovdiv mentre l’ipotesi New York appare sempre meno probabile. Rimane ancora da battere la concorrenza interna di Milano: in un primo momento sembrava che il capoluogo lombardo dovesse concorrere per l’esposizione universale del 2015, fatto che comunque avrebbe tolto forza ala candidatura di Trieste in quanto non possono essere assegnati allo stesso Paese Expo universale e tematico consecutivi. Invece in una recente mozione approvata dal consiglio comunale milanese si parla esplicitamente della manifestazione del 2012 e quindi, dopo il voto amministrativo che deciderà che fra Bruno Ferrante e Letizia Moratti sarà il primo cittadino di Milano, bisognerà armarsi di diplomazia e cercare di convincere la città della Madonnina a lasciare strada libera a Trieste e far sì che il ministero degli Esteri porti al Bie (se deciderà di accettare di portare avanti una candidatura) il nome di Trieste. Le resistenze interne che non fecero certo bene alle speranze triestine contro Saragozza dovrebbero invece essere zittite in quanto non sarà più il Porto Vecchio il sito indicato quale sede dell’eventuale Expo. E pure il tema (che per il 2008 era la mobilità della conoscenza) sarà modificato pur rimanendo nell’ambito della tecnologia e della ricerca. Per scegliere i dettagli però c’è tempo, ma è invece urgente muoversi per capire se una candidatura ci sarà. Roberto Urizio