
Padova candida Venezia a capitale delle fiere venete…
Padova NOSTRO INVIATO Padova candida Venezia a capitale delle fiere venete e trampolino di lancio ideale per il mondo del made in Nordest. «Venezia è il baricentro ideale per creare il sistema veneto delle fiere – osserva Andrea Olivi, 47 anni, amministratore delegato di PadovaFiere, 20 milioni di fatturato nel 2005, 80\% del capitale dei francesi di Gl events il resto in mano agli enti pubblici locali, prima e unica privatizzazione riuscita in Italia in questo settore – vicino all’aeroporto Marco Polo, a Tessera, ci sarebbe anche l’area giusta per edificare il nuovo polo regionale. Servirebbero almeno 300mila metri quadrati di terreno e un miliardo per l’investimento, ma i soldi non sono un problema: basterebbe che Vicenza, Verona e Padova realizzassero una parte del loro patrimonio immobiliare per concretizzare quest’iniziativa. Nelle varie sedi storiche potrebbero rimanere eventi come la fiera del lusso di Verona». E se non decolla la santa alleanza? «Le varie società rischiano di perdere progressivamente di valore – risponde l’ad padovano – il nostro è un settore dove la concorrenza è sempre più spietata. In Italia ci sarà al massimo spazio per una o due grandi strutture fieristiche». Olivi si protende verso l’interlocutore, gesticola, s’accalora. A meno di sei mesi dall’entrata ufficiale dei francesi in PadovaFiere e a poco più dallo scontro al calor bianco che ha visto sconfitta la Regione e Verona sa benissimo che la sua proposta è quasi una provocazione: «So che fare di Venezia il centro del nostro sistema in questa fase è un sogno, ma è ora che nel nostro mondo cambino le logiche operative, che si pensi alle fiere come a un prodotto di mercato e la si smetta con la politica elettoralistica. La presenza in Veneto di Gl events, gruppo che l’anno scorso ha realizzato 420 milioni di fatturato e quest’anno ne farà 454, è una grande opportunità per tutto il Veneto e una carta da giocare decisiva per sbarcare all’estero, Gl ora sta trattando lo sbarco in Brasile, Russia e Ucraina», questioni che l’ad patavino conosce bene perché il presidente del gruppo quotato in Borsa Oliver Ginon l’ha nominato coordinatore europeo di tutti gli eventi. Ma il presidente della Regione Giancarlo Galan proprio qualche giorno fa vi ha accusato di essere finiti sotto scorta di Fiera Milano. «Siamo e rimarremo autonomi da Milano – risponde secco Olivi – la nostra è una società privata. Piuttosto mi sembra che anche Verona collabori con Milano, come noi stiamo dialogando con la fiera di Vicenza per allestire manifestazioni in Italia e all’estero. Con la Fiera di Pordenone abbiamo altri progetti molto concreti e siamo pronti a investire anche a Venezia, dove abbiamo una partecipazione minima ma di antica data. Gli unici con cui abbiamo difficoltà a collaborare sono i veronesi». Il carniere di Olivi sembra ricco anche sul fronte straniero: «Come PadovaFiere avevamo già stretto accordi con Budapest e Zagabria, ora stiamo studiando una joint venture con Bucarest – sottolinea il top manager – Ucraina e Russia sono altre due aree su cui stiamo lavorando». Nel frattempo si fa il primo bilancio alla francese. «Il fatturato pro forma ha toccato i venti milioni di euro contro i 19 del 2004, l’utile netto è salito a 1,5 milioni, per 29 manifestazioni e 780mila visitatori. Dal settembre 2005, quando è entrata nel capitale Gl, il giro d’affari è stato di dieci milioni e l’utile di 1,2 – enumera Olivi – quest’anno contiamo di toccare i 22 milioni con l’arrivo di nuove manifestazioni». Magari a Roma. Padova in ogni caso rimane sempre una goccia nel mare che gestisce per conto dei francesi: 200 milioni in fiere e 128 manifestazioni. «L’entrata di Gl ci ha sicuramente aperto moltissime opportunità e dato una sicurezza per il nostro futuro – spiega Olivi – lavorare con loro è interessantissimo e difficilissimo. Piena libertà d’azione ma rispetto rigoroso degli obiettivi». Padovafiere già pronta per la Borsa? «Mai dire mai – la risposta di Olivi – criteri e metodi che abbiamo applicato sono già da Borsa». Maurizio Crema