
Torino: alcune strutture olimpiche saranno adibite a padiglioni fieristici
TORINO (Reuters) – La pista dell’Oval dove Enrico Fabris ha consegnato all’Italia un record storico di medaglie nel pattinaggio di velocità lascerà il posto, salvo eventi speciali, a un padiglione fieristico. Le strutture di Torino Esposizioni e il Palavela, dove si sfidarono in questi giorni i campioni di hockey e di pattinaggio artistico di tutto il mondo, ospiteranno mostre d’arte. Di ghiaccio, resterà solo il Palahockey di corso Tazzoli, ora usato per gli allenamenti. È parte del piano post-Olimpico illustrato ai giornalisti dal sindaco di Torino Sergio Chiamparino, a quattro giorni dalla fine delle Olimpiadi invernali di Torino. Un evento che, ha spiegato il primo cittadino, “ha portato complessivamente in tutto il territorio olimpico circa 1.000.000 di presenze, con oltre 200.000 presenze quotidiane in più nella sola Torino, stando a dati indiretti raccolti sui consumi”. Sarà anche per il successo di Fabris, il sindaco ha comunque preannunciato l’intenzione di Torino di candidarsi a ospitare i campionati mondiali di pattinaggio di velocità che si terrano dopo le Universiadi di fine 2007. Per gestire il patrimonio post-olimpico Comune, Provincia di Torino e Regione Piemonte hanno creato una Fondazione col compito di promuovere le strutture olimpiche sul mercato mondiale delle grandi competizioni sportive, ma anche del business e del turismo. “Una volta conclusi i Giochi, dobbiamo evitare il fattore depressione”, ha detto Chiamparino. In particolare, il palazzo dell’Hockey di corso Tazzoli resterà il palazzo del Ghiaccio. Il palazzo dell’Oval manterrà le strutture per essere utilizzato per il pattinaggio ma sarà riconvertito come secondo padiglione fieristico per raddoppiare le potenzialità del Lingotto, ha spiegato il primo cittadino. A Torino Esposizioni si pensa di trasferire il museo di Arte Contermporanea e al Palavela, in questi giorni tempio del pattinaggio di figura, potrano avere luogo mostre temporanee organizzate anche dal museo Egizio, che è secondo al mondo dopo quello del Cairo ma che non ha spazi per mostre temporanee, ha proseguito Chiamparino. Restando in città, il Palasport Olimpico, o PalaIsozaki, affollato da migliaia di tifosi dell’hockey, sarà utilizzato per eventi sportivi, concerti, convention, con l’affidamento a un gestore privato. Per i villaggi, il 40%-50 % saranno destinati a edilizia pubblica, l’equivalente di 1000 posti a edilizia universitaria il resto, più o meno un terzo, sarà edilizia di mercato. Obiettivo turismo anche per gli impianti di montagna. A Torino sono stati investiti complessivamente circa 600 milioni di euro per le opere e i villaggi, di cui quasi 200 milioni messi dalla città e il resto dal governo, ha illustrato il sindaco. Dopo le recenti difficoltà degli organizzatori nel far quadrare i conti — complessivamente il budget del “sistema olimpico” approvato prima dell’inaugurazione era di 3.404 milioni — gli organizzatori devono affrontare ancora un disavanzo di 40 milioni di euro, ha detto Chiamparino. Ma “gli andamenti sono in linea con le previsioni”, ha detto il sindaco, citando il buon esito finora della vendita dei gadget e dei biglietti, che ha superato il target previsto del 90%. “Penso che il deficit da coprire sarà quello per il quale abbiamo già le risorse stanziate”, ha detto ancora Chiamparino.