Rassegna stampa

Illy: un reddito di sostegno nel Friuli Venezia Giulia

«La prima misura è l’istituzione di un reddito di cittadinanza per favorire la transizione dei dipendenti da un’azienda che delocalizza ad un’impresa che resta in Italia. E che magari si ristruttura attraverso un processo di innovazione. Pensiamo ad erogazioni mirate, sul modello danese. Si tratta di un sostegno, finanziario e in servizi, ai "redditi insufficienti" per lavoratori che accetteranno di riqualificarsi per rientrare nel ciclo produttivo con un profilo più alto, maggiormente adeguato alla sfide del presente».

Riccardo Illy, cinquant’anni, industriale del caffè e presidente del Friuli Venezia Giulia, parte proprio dalla prossima legge sui servizi sociali per spiegare come la sua regione si candida a diventare un nuovo laboratorio dell’innovazione.

«Per gestire il cambiamento in atto – racconta – bisogna affrontare due novità sostanziali: la globalizzazione e il passaggio dall’era industriale all’era della conoscenza». Secondo il governatore friulano però non bisogna fermarsi solo agli aspetti problematici di queste novità, ma guardare alle opportunità che esse offrono: «l’importante è capire come affrontare e gestire il processo. Ciò significa che la parte più consistente del valore aggiunto verrà generata sempre di più laddove si crea conoscenza e sempre meno dove si producono i valori materiali».

Una crescita dunque che passa soprattutto attraverso la ricerca e l’innovazione. In questa prospettiva per Illy diventano strategiche le tre università friulane e i quasi cento centri di ricerca scientifica tecnologica regionali che danno lavoro a quasi 8mila addetti. Numeri che fanno del Friuli una delle regioni europee con il più alto rapporto tra popolazione e numero di ricercatori. Poi un tessuto di grandi imprese come Electrolux, Fincantieri, Generali, Danieli, Fantoni, Snaidero, una rete di un centinaio di medie aziende e quasi 50mila "piccole" ad alta vocazione di export. «Terreno fertile per la nuova economia della conoscenza».

«I primi passi della politica regionale – ricorda il presidente regionale – sono stati quelli di migliorare la legge sulle Pmi mettendo a disposizione per il 2006 risorse pari a 65 milioni di euro da distribuire sulla base di una valutazione qualitativa delle domande». L’obiettivo è quello di far diventare il Friuli Venezia Giulia un centro d’eccellenza dell’innovazione, creando una rete fra Regione, Università, enti di ricerca, parchi tecnologici e imprese, affinché tutti possano operare in una logica di sistema.

«Un altro intervento – continua Illy – è quello della riduzione "selettiva" dell’1% dell’Irap. Un sistema mediante il quale potranno ottenere lo sconto sull’addizionale soltanto le imprese che nel corso del 2006 saranno state capaci di avere indicatori positivi, sia per il valore aggiunto che per il costo del personale».

In questa visione diventano decisive anche le decisioni della regione sul completamento della rete in fibra ottica nelle zone dove non è ancora presente, l’impulso all’inizio dei lavori della tratta Ronchi dei Legionari-Trieste della linea ad alta capacità ferroviaria, la costruzione dei rigassificatori di Trieste e Monfalcone e l’ammodernamento del porto della città giuliana.

E se per investire in ricerca e innovazione bisogna mettere a confronto chi produce conoscenza (Università, centri di ricerca), chi produce idee (inventori), chi innova (imprese e pubblica amministrazione) «l’ultimo tassello diventa l’apertura di un luogo fisico d’incontro». Per questo dal 9 all’11 febbraio aprirà i battenti ad Udine InnovAction, «una fiera – sostiene Riccardo Illy – che vuole essere un momento d’incontro tra domanda e offerta di innovazione. Un’occasione per tutti i soggetti attivi di presentare in un’unica vetrina i propri processi-prodotti o progetti di ricerca a partner industriali e finanziari. Una grande possibilità per le Pmi friulane per inserirsi in un network internazionale d’eccellenza».

«Credo – conclude il presidente – che InnovAction sarà imitata. È curioso che si parli tanto di innovazione e di ricerca da molti anni, che sia il punto centrale dell’Agenda di Lisbona e che di fatto, però, non sia stata realizzata una Fiera dell’Innovazione».

LUCA BENECCHI

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